Gela. A cinque giorni dalla seduta di consiglio comunale che potrebbe
segnare la fine dell’esperienza amministrativa del sindaco Domenico Messinese, non si dà nulla per scontato.
I tentativi di evitare la sfiducia. Il primo cittadino e i suoi assessori, anche per il tramite di referenti di fiducia, avrebbero già avviato un giro di contatti, soprattutto con singoli consiglieri comunali. I partiti, quelli con i numeri, si sono esposti, sostenendo la mozione di sfiducia presentata dal gruppo di centrodestra e dagli indipendenti Vincenzo Cirignotta e Angela Di Modica. Il sindaco e il suo vice Simone Siciliano, però, non sembrano rassegnati a lasciare anticipatamente il municipio. Da quanto trapela, anche alcuni neo assessori starebbero cercando di sondare il campo, magari nel tentativo di far cambiare idea a qualche consigliere, già iscritto al partito pro-sfiducia. Richieste di incontri sarebbero state recapitate pure ad esponenti del Partito Democratico, tra i gruppi più rappresentati all’assise civica, almeno a livello di numeri. Il voto dei dem, che dopo la direzione cittadina hanno scelto la sfiducia, potrebbe essere decisivo. Non è da escludere che il sindaco e i suoi uomini di fiducia cerchino di capire se esistano ancora spazi di trattativa anche tra le fila del centrodestra, gruppo che si è messo sulle spalle la mozione di sfiducia, peraltro con tanti riferimenti a livello regionale, soprattutto dopo la cavalcata delle ultime regionali.
Torrenti è pro-sfiducia. Tra i “senza gruppo”, almeno per il momento, Antonio Torrenti chiude le porte alla giunta. Anche lui, venerdì in aula, si schiererà con la sfiducia. “Il sindaco – dice – ha dimostrato di aver delegato le scelte politiche al solo Simone Siciliano. Scelte che, però, fino ad ora, non hanno garantito alcun risultato, neanche l’appoggio al centrosinistra alle regionali ha avuto sbocchi favorevoli, anzi. Adesso, Messinese sembra solo, abbandonato anche da fedelissimi della prima ora. Ha voluto garantire il posto di Simone Siciliano perché, probabilmente, il vicesindaco, fin dal suo insediamento, ha preso in mano dossier fondamentali, ad iniziare da Eni. Non è un fattore da trascurare, probabilmente ci sono state garanzie assicurate all’azienda, che è impegnata in un riconversione a green della raffineria che sarà definitiva, senza possibilità di tornare indietro. In tutto questo, la giunta non ha mai veramente chiesto chiarezza sulle bonifiche. La sfiducia è necessaria. Serve una nuova amministrazione comunale che sappia confrontarsi alla pari con Eni, che non deve andare via dalla città, anzi, ma ha l’obbligo di rispettare accordi e protocolli”.