Quotidiano di Gela

"Mondo opposto", in aula i primi testimoni: autorizzata perizia per le intercettazioni

Per la Dda nissena e per i carabinieri che condussero la vasta indagine, Cosa nostra si stava riorganizzando, sfruttando nuove leve niscemesi e con l'appoggio dei gelesi e di altri esponenti del territorio

A cura di Rosario Cauchi
09 aprile 2025 23:47
"Mondo opposto", in aula i primi testimoni: autorizzata perizia per le intercettazioni -
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Gela.  I primi testimoni saranno sentiti nel corso della prossima udienza, davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D'Amore. I coinvolti, finiti a processo, vennero toccati dall'inchiesta antimafia “Mondo opposto”. Per la Dda nissena e per i carabinieri che condussero la vasta indagine, Cosa nostra si stava riorganizzando, sfruttando nuove leve niscemesi e con l'appoggio dei gelesi e di altri esponenti del territorio. Gran parte dell'attività investigativa venne concentrata sui fratelli Alberto Musto e Sergio Musto, considerati i nuovi vertici del mandamento. Per entrambi, in abbreviato, sono state chieste pesanti condanne. In dibattimento, le contestazioni riguardano il gelese Emanuele Burgio, il carabiniere niscemese Giuseppe Carbone, i mazzarinesi Alessandro Fausciana, Gaetano Fausciana e Salvatore Fausciana, il poliziotto in pensione niscemese Salvatore Giugno e inoltre Antonino Pittalà e Salvatore Pittalà. E' stata autorizzata la perizia per la trascrizione del contenuto delle intercettazioni, condotte durante l'inchiesta. Nel procedimento, già in udienza preliminare, si sono costituiti parti civili, il Comune di Niscemi (con il legale Paolo Testa), i Ministeri dell’interno e della difesa, tramite l’Avvocatura dello Stato (con il legale Giuseppe Laspina), la Federazione antiracket Fai e chi avrebbe subito pressioni, minacce e danneggiamenti. Tra i legali di parte civile, gli avvocati Giuseppe D’Alessandro, Mario Ceraolo e Andrea D’Alessandro. La forza intimidatrice sarebbe stata alimentata dalla disponibilità di armi e da contatti con rappresentanti delle forze dell'ordine, che avrebbero fornito informazioni. Secondo gli inquirenti, il gruppo di mafia puntava a controllare attività economiche senza trascurare eventuali ritorsioni a danno di chi si opponeva. Gli imputati, nel giudizio ordinario, sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Flavio Sinatra, Danilo Tipo, Antonino Ficarra e Agata Maira. Domani, invece, proseguirà il procedimento in abbreviato, innanzi al gup del tribunale di Caltanissetta, che si appresta alla conclusione. 

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