Gela. L’emergenza è conclamata da tempo. Come più volte riportato, le campagne sono allo stremo, perché prive delle necessarie forniture idriche. Le dighe del territorio non danno garanzie. Gli agricoltori non ce la fanno ad andare avanti. L’associazione “Santa Maria” che mette insieme operatori niscemesi e gelesi, che lavorano nelle aree rurali locali, ha inoltrato una missiva al prefetto di Caltanissetta. Gaetano Gentile, rappresentante dell’associazione, indica la necessità di “un incontro urgente”. Nella comunicazione viene definito come “gravissimo” il “problema della mancanza di acqua nelle campagne di Gela”. “Il Consorzio di bonifica, quale ente autorizzato alla distribuzione del prezioso liquido, non riceve acqua dagli invasi del territorio”, viene precisato. Una lunga sequenza di manchevolezze sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza del comparto che ancora oggi assicura maggiore occupazione in città e nel comprensorio. Le dighe non danno forniture regolari, da anni ormai. La siccità ha solo acuito un deficit strutturale. “Noi speriamo che il nuovo sindaco – dice Liborio Scudera a sua volta storico rappresentante degli agricoltori – possa subito interessarsi della questione e cercare di avere riscontri dalle autorità preposte. Così non si può andare avanti”.
Tante aziende hanno già chiuso i battenti e altre sono in flessione evidente, proprio perché non si riesce a produrre senza i quantitativi minimi di acqua. Dall’associazione “Santa Maria” parlano di un “danno gravissimo” che si abbatte su “imprese e famiglie”. Senza una regolare produzione, pure i posti di lavoro sono in bilico.