Gela. La riconversione della raffineria Eni, entrata ormai nella fase più avanzata, convince il dirigente sindacale Uil Nicola Calabrese che però ritiene essenziale una gestione della crisi del territorio che coinvolga le istituzioni, regionali e nazionali. “La riconversione della raffineria Eni rappresenta un progetto di grande rilevanza per l’industria energetica italiana e europea, orientato verso la sostenibilità e l’economia circolare. Questo processo, iniziato nel 2014, ha trasformato una delle storiche raffinerie di petrolio in una delle più avanzate bioraffinerie d’Europa. La bioraffineria di Gela è stata progettata per produrre biocarburanti di alta qualità, come l’Hvo, Hydrotreated Vegetable Oil, utilizzando materie prime di origine biologica. La tecnologia impiegata, Ecofining di Eni, permette la trasformazione di oli usati da cucina, grassi animali e altri residui agroalimentari in biocarburanti. La raffineria ha la capacità di utilizzare fino al cento per cento di materie prime di seconda generazione, riducendo così la dipendenza da oli vegetali convenzionali come l’olio di palma”, spiega Calabrese. Per il sindacalista si tratta di una trasformazione profonda non senza contraddizioni che sono state affrontate. “I benefici ambientali della riconversione hanno significato anche un forte impegno nella decarbonizzazione e nella riduzione delle emissioni. La produzione di biocarburanti a partire da rifiuti alimentari non solo riduce l’impatto ambientale legato allo smaltimento di questi rifiuti ma contribuisce anche alla diminuzione delle emissioni di CO2 nel settore dei trasporti. In questi anni, complessi, difficili e in salita per il sindacato dei lavoratori, partendo dai metalmeccanici, non sono mancati i momenti di tensione per una adeguata ricollocazione del personale nella consapevolezza che non bisogna mai abbassare l’attenzione rispetto alla tutela contrattuale e alla tutela di qualifiche e mansioni. La raffineria sta espandendo le sue capacità con l’introduzione di un impianto per la produzione di Sustainable Aviation Fuel, Saf, un biocarburante destinato all’aviazione che può essere miscelato con i combustibili tradizionali. Questo sviluppo è parte integrante della strategia di Eni per raddoppiare la capacità produttiva delle sue bioraffinerie entro il 2024, raggiungendo circa 2 milioni di tonnellate”, aggiunge Calabrese.
Una legge speciale per il territorio è però un punto fisso nel ragionamento del sindacalista. “La trasformazione della raffineria è un esempio significativo di come le industrie tradizionali possano evolversi verso modelli più sostenibili e rispettosi dell’ambiente. Questa riconversione non solo rappresenta un passo importante per la riduzione delle emissioni e per la promozione di fonti energetiche rinnovabili, ma contribuisce anche alla resilienza economica e ambientale della Regione Sicilia. A tal proposito il sindacato dei lavoratori deve proseguire nell’impegno di sostenere la formazione dei lavoratori per nuove competenze dialogando con le imprese locali e con gli enti istituzionali che hanno il dovere di dare risposte concrete. Infine, a Gela, come per tante aree del sud Italia, sarebbe urgente ottenere una legge speciale così da non far disperare migliaia di famiglie a rischio reddito certo”, conclude.