Gela. Il dibattimento fu aperto lo scorso anno, per un’indagine che portò ad individuare presunte ipotesi di voto di scambio, in occasione delle amministrative del 2015, quelle vinte al ballottaggio dall’allora grillino Domenico Messinese, che ebbe la meglio sull’uscente Angelo Fasulo. Le attenzioni degli inquirenti si concentrarono proprio sul gruppo che sosteneva la riconferma di Fasulo. In base alle accuse, ci sarebbero state promesse di assunzioni, anche tra le fila di Tekra (l’azienda e gli imprenditori non sono coinvolti) ma anche la dazione di denaro e di buoni per acquisti. Tutto, ipotizzano gli investigatori, in cambio dei voti. Il giudizio va comunque incontro alla prescrizione. Questa mattina è stato sottolineato, nel corso dell’udienza. Il tempo trascorso avrebbe ormai inciso quasi completamente. Il dibattimento adesso è tenuto dal giudice Miriam D’Amore, che ha rilevato appunto la questione. In aula, si tornerà a gennaio. Le difese e gli imputati respingono le accuse e le considerano non riscontrate. Tra gli imputati, ci sono l’ex sindaco Angelo Fasulo e l’allora assessore Giuseppe Ventura, che già in fase di indagine si sono detti estranei ai fatti, non conoscendo la maggior parte degli altri imputati. Sono a processo, inoltre, l’ex consigliere comunale Santo Giocolano, che a sua volta ha sempre respinto gli addebiti (non venne rieletto all’assise civica), Gianluca Demetrico (candidato non eletto), Sandro Italiano, Nunzio Di Caro, Carmela Liuzza, Carmelinda Saluci, Vincenzo Piscopo, Catiuscia Amico, Orazio Nisellino, Rosario Gueli, Grazio Ferrara, Alessandro Piscopo e Crocifisso Di Gennaro.
In aula, si tornerà a gennaio. Le difese vorrebbero giungere ad una pronuncia di assoluzione nel merito ma la prescrizione potrebbe chiudere tutto. Tra i difensori degli imputati, ci sono i legali Filippo Spina, Flavio Sinatra, Giacomo Ventura, Antonio Gagliano, Francesco Giocolano, Davide Limoncello, Francesco Enia, Valentina Lo Porto ed Ennio Condorelli.