Palermo. “Non bisogna ricordare solo in momenti di commemorazione. Al contrario, dobbiamo adoperarci, dare l’esempio, ogni giorno”. Ignazio Giudice, della segreteria regionale della Cgil, ieri ha preso parte, in rappresentanza del sindacato siciliano, alla celebrazione palermitana in onore di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, uccisi trentanove anni fa, in un agguato mafioso. La Torre pagò le iniziative legislative per bloccare i beni della mafia e la sua militanza sociale contro la criminalità organizzata. Quando venne ucciso, insieme al suo collaboratore Di Salvo, era ai vertici del Partito comunista siciliano. Insieme a Giudice, c’erano tra gli altri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, l’ex ministro Giuseppe Provenzano (vicesegretario nazionale del Pd) e il segretario regionale del partito, Anthony Barbagallo.
“La Torre aveva scoperto il valore umano della lotta alla mafia – ha continuato Giudice nel suo intervento – e il valore sociale della confisca dei beni mafiosi. Ogni giorno, noi siamo chiamati a fare i fatti e non a predicare e basta. Dobbiamo essere coerenti, perché oggi è il 1982 e anche domani sarà ancora il 1982”.