Gela. Hanno partecipato ad escursioni, visite e approfondimenti per capire come un cronista possa riportare, fedelmente, notizie ed informazioni. I genitori degli alunni del secondo circolo didattico Enrico Solito lo hanno fatto partecipando al progetto del campus estivo della scuola diretta da Clizia Nobile.
Attività che si inserisce nel Pon europeo obiettivo F “Promuovere il successo scolastico, le pari opportunità e l’inclusione sociale” relativo ai moduli Genitori e Media e Genitori Archeologi, portati avanti dagli esperti Rosario Cauchi e Rossano Scicolone e dalle insegnanti della scuola. Ecco i contributi dei genitori “cronisti”.
E’ considerevolmente strano come un paese ricchissimo di storia, con una spiaggia ed un mare un tempo invidiabile, con un clima perfetto sia d’estate che d’inverno, non riesca ad affiorare.
Tutte queste caratteristiche farebbero di altre città, siti meta di turisti provenienti da tutto il mondo.
Il nostro museo, le mura Timoleontee, i Bagni greci, la colonna dorica, sono solo alcuni degli elementi che se si trovassero a Roma, a Venezia o a Taormina sarebbero valorizzati a dovere. Noi, invece, li ignoriamo, quasi come se non esistessero.
Il mare e la spiaggia, fonti d’ispirazione per poeti come Salvatore Quasimodo e drammaturghi come Eschilo, ormai si possono solo guardare, perchè deturpati dall’industria e dagli scarichi urbani. Il percorso turistico è pressoché assente; non mi è mai capitato di vedere turisti o scolaresche che vengono a vedere i nostri preziosi reperti storici.
Evidentemente “le teste pensanti” che ci hanno governato e che ci governano tutt’ora non ritengono opportuno intraprendere iniziative atte a potenziare e sviluppare i nostri tesori; certo, è molto triste, ma è la realtà.
E’ un vero peccato anche perché una parte di questo paese sa apprezzare, gradire e ammirare il bello e il buono che c’è .
Monica Schembri
Gela è una antica colonia Greca, una delle prime rodio-cretesi.
E’ stata una delle prime colonie, poiché era più vicina e la sua posizione era ideale, sviluppandosi in una zona pianeggiante bagnata dal mar Mediterraneo.
Prima dell’arrivo delle popolazioni greche, Gela era abitata da popoli indigeni che pian piano sparirono.
Venne formata una città fortificata e protetta, poiché molto ambita dai nemici: era un luogo ideale per controllare buona parte del Mediterraneo.
Come ogni città greca, il territorio veniva diviso e le zone avevano una particolare funzione: in quella più alta troviamo i templi e in basso vi erano le abitazioni e i campi da coltivare.
Inizialmente con gli indigeni la popolazione viveva di agricoltura e pesca, successivamente con la colonizzazione greca notiamo che viene inserito il commercio. Venivano trasportati principalmente grano e cereali, poiché la Grecia non era più in grado di sfamare la popolazione che aumentava.
Troviamo molte testimonianze di arte greca, grazie appunto al commercio e ai nuovi coloni che tramandarono l’arte di modellare la ceramica. La maggior parte delle opere sono state perdute, trafugate o esportate in altri paesi per essere esposti in musei illustri.
Le opere rinvenute in gran numero sono i vasi di diverse forme essi e usati per svariate esigenze. Per realizzare questi vasi si usava un tornio che permetteva la rotazione del piattino e una facile modellazione. Venivano ritratte scene mitologiche o di guerra. Dei templi antichi non ci rimane quasi niente poiché la maggior parte delle colonne sono state trafugate dai popoli conquistatori. Sono state rinvenute, però, antefisse raffiguranti Gorgone, mostro che pietrificava tutti coloro che lo guardavano: servivano appunto per allontanare il male dal tempio.
Il museo di Gela ha una vasta collezione di reperti archeologici grazie a donazioni private.
Nunzia Incardona
Secondo me la situazione del patrimonio archeologico a Gela negli ultimi anni sembra risvegliarsi da un lungo letargo. Le mura Timoleontee sono state rivalutate con eventi estivi che comportano un richiamo turistico per la città. Negli anni, sono stati criticati anche per quanto riguarda il ripristino delle strutture. Ricordo, da piccola, questi siti archeologici non erano nemmeno transennati. Finalmente, da questo punto di vista, Gela si mette a pari con il mondo.
Sonia Migliore
Gela non è per nulla valorizzata come area turistica per
questi punti principali:
—A–: Disinteresse della politica interna che rappresenta la cittadinanza
a mettere in risalto la nostra area storicogeografica.
—B–: Scarsa viabilità di collegamenti tra le città limitrofe e le tre metropoli
siciliane che non consentono spostamenti sicuri e rapidi
—C–: Scarsa pubblicità dei siti balneari, culturali e archeologici presenti in
città.
—D–: Poca informazione degli abitanti sulla storia, il valore e il potenziale
che è presente nella propria città.
—E–: Cattiva immagine ambientale dell’intero comune.
Mirko Voddo
Gela una realtà a mio avviso molto triste. Un grande paese con radici storiche profonde con un passato alle spalle che dovrebbe essere fonte, luce, del presente e che invece viene ( non so se volutamente oppure incosciamente ) tenuto allo scuro.
Beni archeologici e luoghi che hanno fatto la storia del nostro paese deturpati , in attesa di un lieto evento che li renda presentabili alla collettività, in attesa di una volontà ,di un’autorità , in attesa di…
MA LA STORIA E’ STORIA, E’ PASSATO PRESENTE FUTURO, non prevede un tempo d’attesa.
Gela, una realtà che viveva di pesca oggi è un paese privo di un porto!!!! Paradossale .
Distese interminabili di spiaggia sembrano gridare a gran voce .
Ogni singolo granello di sabbia ci accarezza quasi a ricordarci quanto preziosa sia la nostra spiaggia .Non servirebbe nulla se solo si valorizzasse quello che si ha. Ma il territorio di proprietà del demanio marino non si può intaccare ! Niente di più vero ma lo si può sicuramente valorizzare. Un lungomare che dovrebbe essere la prima tappa, quasi obbligatoria, di passaggio per i turisti , perché il mare e la spiaggia sono un connubio perfetto esaltato dagli imponenti raggi del sole che su di loro si riflettono e bene NO…… il percorso indicato è tutt’altro. E pensare che se solo si volesse basterebbe veramente poco!!!!
Le mie sono solo modestissime riflessioni dettate dalla consapevolezza che oltre ogni ragionevole spiegazione, oltre ogni paletto burocratico, ci dovrebbe essere , prima di tutto, la conoscenza della nostra terra, della nostra storia, solo conoscendo le nostre radici si può dare loro il giusto valore che, d’accordo, non basterebbe ma a mio avviso sarebbe già tanto (peraltro dovuto alla STORIA).
BUCCHERI FILIPPA SILVIA
Gela: Citta’ straricca di bellezze storiche culturali artistiche e…”…ce n’è per ogni gusto!”
Bella Gela! Dispone di tutto… Chi volesse approcciarsi a lei per goderne le sue ataviche ricchezze storiche può farlo senza remore perché troverebbe larga soddisfazione negli archivi del paese e dalle leggende popolari impresse e conservate ad ogni sua “cantunera”. Ogni pietra parla della sua grandezza storico-politica arcaica, della fastosità e potenza di un impero ormai decaduto nel tempo per l’avida ingordigia aggressiva di popoli che succedutisi l’hanno “succhiata, sbranata, ferita…ma anche amata e corteggiata”. Gela è un’isola di piacere
Cinzia Fiore
Gela: Fonte di ricchezza artistica
Gela:Poca cura e valorizzazione del patrimonio artistico-storico
Gela:Rimpiange la storia
Gela:Patrimonio artistico con alle spalle tanti anni di storia
Gela: crollo dei beni culturali e artistici
Carmela Cinard
In data 27 Giugno 2014 ci siamo recati con il corso di giornalismo, promosso dal secondo circolo didattico, al Museo Archeologico Regionale.
La visita è stata accompagnata da un esperto che facendoci da guida ci ha spiegato quello che si trova all’interno del nostro museo.
Ascoltando e guardando i reperti risalenti ad epoche passate sono stata proiettata all’epoca dei nostri predecessori, è solo grazie a loro che oggi noi ci ritroviamo in una terra ricca di reperti e siti di notevole importanza culturale.
La Grecia, risaputa culla della civiltà, ha dato i natali a città e culture come quella di Siracusa, Agrigento e Gela che facevano parte di un circuito che le vedeva splendere in tutto il Mediterraneo, favorite dalla loro posizione geografica.
Il museo é diviso in diverse sale dove sono esposti pezzi unici e d’inestimabile valore, separate per epoche differenti.
Quello che mi ha maggiormente colpito è stato il fatto di non avere mai potuto in altre occasioni fare una visita guidata. E’ stato per me molto importate capire quello che vedevo, spiegato da un esperto che in maniera semplice e dettagliata ci ha raccontato.
Gela ha anche altri siti archeologici dove si possono trovare resti e bellezze che farebbero la fortuna di chi, sapendo valorizzarle, potrebbe sfruttarle e farle conoscere all’intero mondo.
Io da gelese, e sono fiera di esserlo, credo che una politica mirata tendente alla valorizzazione del territorio potrebbe portare lustro a questo paese che di bellezze ne ha, non solamente archeologiche ma anche ambientali. Gela gode di una posizione geografica che la vede al centro del mediterraneo e con la sua lunga costa da circa 17 km potrebbe essere meta di turisti e amanti della bellezza.
Il periodo storico che stiamo attraversando ci costringe, per così dire, a cercare vie alternative che potrebbero dare lavoro a chi per anni ha vissuto con la speranza che l’industria, (presente a Gela dal 1965), avrebbe potuto arricchire il territorio e invece lo ha mutilato, deturpato, distrutto , costringendo ad abbandonare, prima il mare e poi le campagne nella vana illusione che quella poteva essere una via più breve per il progresso.
Credo che sia nostro dovere cercare di dare un futuro ai nostri figli e l’unica via è affidarsi a quelle che sono le nostre origini, la bellezza in tutte le sue sfaccettature.
Coltiviamo la bellezza questo deve essere il nostro motto.
Lidia Placenti
Dal mio punto di vista, la visita al museo non mi ha entusiasmata molto…
Sarà stato il modo di esporre gli argomenti che ho trovato poco interessante…
Ho fatto un giro per il museo in solitaria, affascinandomi di tutto quello che vi era intorno,
provando ad immaginare le antiche popolazioni che hanno colonizzato la nostra isola.
I reperti storici che mi hanno affascinata di piu’ sono state sicuramente le statuette che rappresentano
l’uomo in tutte le sue diversità , la testimonianza lasciata ai posteri
come erano fatti …
mi sarebbe piaciuto visitare il piano superiore, il famoso “tesoriere”, per conoscere le immagini impresse sulle monete …
Miriam Cassarà
E’ un grande patrimonio culturale appartenente a Gela, l’antichissima fortificazione greca comunemente chiamata mura Timoleontee. Fu per molti secoli, precisamente 2500 anni, nascosta dalla sabbia del mare che la conservò perfettamente. Solo nel 1948, un contadino sognò la presenza nel suo terreno di un tesoro: non avrebbe mai immaginato che grande tesoro era nascosto sotto il suolo. Queste mura che portano i segni delle lotte tra i greci e i cartaginesi mostrano un interessante struttura architettonica. Nel tempo, sono state sottoposte a modifiche e innalzamenti, come testimoniato dai diversi mattoni e dalle diverse tecniche di costruzione.
Con immenso piacere ho avuto modo di tuffarmi per un paio d’ore nel mondo della civiltà greca, attraverso una visita guidata presso le mura Timoleontee. Emozionante , ascoltare quasi con dovizia di particolari la storia sul nascere di queste mura che quasi parlino da sole. Ha destato in me stupore lo stato di conservazione , l’alternanza delle tecniche utilizzate dalla pietra arenaria all’utilizzo di mattoni crudi cotti al sole. Strategica la posizione che permetteva una visuale ampia per meglio controllare la città. Affacciandosi e proiettando lo sguardo verso il mare è stato come se quel golfo abbracciasse la città.
Interessante anche la visita ai Bagni greci . Un ambiente più raccolto. Delle vasche a ferro di cavallo rendono perfettamente l’idea di come venissero sfruttate. Sedili disposti a forma circolare senza alcuna possibilità di fuoriuscita d’acqua che infatti veniva raccolta a mano, disposti quasi frontalmente l’una all’altra, circuito improvvisamente interrotto per dei lavori che probabilmente furono programmati ma poi non portati a termine. Adiacente a queste vasche c’era una stanza nella quale, sottostante al pavimento, veniva riposta l’acqua precedentemente riscaldata in un braciere che ovviamente creava nell’ambiente un tepore particolare.
Un patrimonio importante per la nostra città che a parer mio bisognerebbe solo CONOSCERE e VALORIZZARE .
Inaudito per me la noncuranza tangibile di questi luoghi .
Filippa Buccheri
VALORIZAZZIONE DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO
Il patrimonio archeologico di Gela andrebbe valorizzato meglio in termini di – visibilita’ – pubblicita’ – eventi – sponsorizzazione – turismo.
V I S I B I L I T A
Quando dico visibilita’ intendo cartellonistica stradale a tappeto dove in una qualsiasi strada siciliana venga segnalata e ricordata la zona archeologica con tutte le bellezze che si trovano in quell’area
P U B L I C I T A ‘
Sappiamo tutti cosa significa pubblicita’: i saggi dicono che la pubblicita’ e’ l’anima del commercio .
E che le cose esposte sono mezze vendute , detto fatto.
Iniziamo con le riviste e quotidiani nei paesi piu’ ricchi GERMANIA FRANCIA RUSSIA INGHILTERRA .
Iniziamo a mettere cartelloni giganti del nostro patrimonio archeologico vicino agli altri siti archeologici come il colosseo ecc
E V E N T I
Portare le scuole a recitare attorno alla nostra storia organizzando un concorso internazionale,
raggruppare le associazioni artistiche del territorio e portare i propri lavori in scena con l’assistenza di tutor specializzati.
S P O N S O R I Z Z A Z I O N E
Entrare in un circuito dove qualche evento di musica o arte, fatto in giro per il mondo, venga sponsorizzato dal nostro patrimonio archeologico.
Cercare gli eventi sportivi,( e sono proprio tanti) che in qualche modo vengono organizzati nelle vicinanze del nostro sito archeologico e suscitare la curiosita’ di visitare il nostro patrimonio.
Giacomo Cagnes
In città abbiamo un grande museo, colmo di reperti archeologici che non vengono illustrati come si dovrebbe da guide esperte. I monumenti poco visitati non sono conosciuti neanche dai nostri bambini perché le scuole ormai preferiscono visitare altri luoghi . Sul lungomare, inoltre, mancano vere e proprie strutture per ospitare i turisti.
Giuseppa Cauchi
La visita è stata guidata dall’esperto archeologo, molto bravo perchè spiegando la storia è riuscito a trasmettere il suo amore per l’archeologia anche a noi corsisti e ancor di più poichè si tratta della nostra storia, LA STORIA DI GELA. Il tutto viene visto e sentito quasi magicamente, la mente torna nel passato e sembra di vivere quel che è successo prima di noi. Belle quelle mura costruite per difendere la città, poste in un punto strategico con una bella veduta sul mare. Le mura venivano alzate in base all’innalzamento del suolo e i diversi materiali che sono stati usati per adeguarsi ai cambiamenti a cui erano sottoposti. Molto suggestiva è stata la visita ai Bagni greci. Il bagno veniva fatto in un luogo pubblico fuori dalla propria dimora. Bella anche la zona riservata alla sauna. La costruzione di questo luogo era incompleta, poichè la città è stata presa d’assalto. E’ stata un’esperienza istruttiva supportata dalla guida e concluderei che è stata bellissima GRAZIE.
Vincenza Cassisi
Gela, città con una grande storia alle spalle, con una posizione geografica invidiabile, si trova ad affrontare un contesto storico molto complesso. È arrivato a noi un grande patrimonio culturale purtroppo non valorizzato. Si è scelto d’ investire molto su un’economia industriale e non sul nostro patrimonio culturale e artistico.
Di Pietro Concetta
Gela, essendo ricca di reperti archeologici , non viene visitata per come dovrebbe . Le spiagge non vengono valutate . I monumenti poco visitati in città, in altri centri che non hanno le stesse nostre qualità verrebbero maggiormente valorizzati, soprattutto in presenza di un’amministrazione capace di tutelare le proprie ricchezze. L’assessore al turismo dovrebbe essere una persona di competenza.
Sonia Migliore
Il 27 Giugno 2014 si è effettuata una visita al museo archeologico regionale organizzata nell’ambito del corso di giornalismo svolto nella Scuola Enrico Solito.
La visita è stata guidata da un esperto che ci ha raccontato la storia della città attraverso i resti e i reperti presenti al museo. E’ stato tutto molto interessante ed è stato come andare indietro nel tempo a quando la Grecia si imponeva, influendo sulla nostra civilta’.
Nel museo abbiamo notato le maschere della Gorgone, delle Sirene e dei Satiri, riferibili a divinità e statuette dedicate alle dee. La storia che mi ha colpito di più è stata quella della Dea Demetra.
Ciò mi porta a pensare a come, pur passando gli anni o i secoli, le storie si ripetano e l’influenza di chi ci sta vicino ha la sua importanza positiva o negativa che sia .
Vincenza Cassisi
Quanta storia nel nostro passato. A partire proprio dalle mura che proteggevano il paese dalle invasioni.
Lungo il lato ovest , le mura si aprivano con una grande porta, mai utilizzata e mai completata. NEL TRATTO A NORD, RISULTANO ROVINATE A CAUSA DI SPEDIZIONI D’EPOCA MEDIOEVALE, QUANDO I RUDER i VENNERO SFRUTTATI PER LA COSTRUZIONE DELLA CARTA FEDERICIANA DI TERRANOVA.
IL TRATTO SETTENTRIONALE , PRESENTA ALCUNI RESTI DI RAMPE DI SCALE FUNZIONALI A GARANTIRE L’ACCESSO, MAI COMPLETATE A CAUSA DELLE IMPELLENTI ESIGENZE MILITARI..IN PARTICOLARE GLI ASSEDI DI AGATOCLE NEL 317-309 A. C. L’INTERA STRUTTURA VENNE COMPLETATA FRETTOLOSAMENTE CON UN RAPIDO INNALZAMENTO DELLE MURA IN MATTONI CRUDI.
IL MURO A CONTRAFFORTI SI CARATTERIZZA PER UNA SERIE DI SPERONI AGGIUNTI TRASVERSALMENTE.
Loredana Ragusa
Il museo ci fa vedere con i reperti ceramici, bronzei e con le numerose monete, la storia di Gela dalla preistoria al Medioevo.
Secondo Tucidide fu la prima colonia fondata da Rodi e Creta nel 689 a.C.
Nel 405 a.C. fu conquistata e distrutta dai cartaginesi; ricostruita nel IV secolo a.C. fu poi attaccata continuamente da Siracusa.
Gran parte dei vari reperti appartenevano a collezioni private e furono donate dalle famiglie dei Navarra e dei Nocera per poter essere patrimonio di tutti.
Molti reperti scoperti a Gela si trovano nei musei di Napoli, Torino, Boston, Vienna, Cambridge, …
La prima cosa che si nota é la ricchezza di reperti storici: la posizione geografica della Sicilia al centro del Mediterraneo, ed in particolare di Gela, affacciata sul mare, ha fatto sì che molti popoli approdassero sulle nostre coste per scambi commerciali o per conquista. Il mescolarsi di culture ed il sovrapporsi delle stesse hanno prodotto strati su strati di ricostruzioni di villaggi. Da questi gli innumerevoli resti: le mura per proteggere la città, le colonne strutture portanti di templi dedicati alle varie divinità, ed i reperti recuperati: anfore, oggetti utilizzati quotidianamente, monili, rappresentazioni di varie divinità, vasi ittici e corinzi.
Carmelinda Di Dio