Gli "appetiti" per l'assessorato e le "poltrone", tra Mpa e alleati matrimonio senza amore
Senza verifica e con un rimpasto di giunta che non sembra per nulla imminente, la convivenza forzata dovrebbe proseguire
Gela. Sarà, probabilmente, una convivenza non proprio convinta, da entrambe le parti. Dovrebbe protrarsi, almeno in questa fase e fino all'approvazione di delicati atti amministrativi, come il bilancio stabilmente riequilibrato e il nuovo contratto Ghelas. La verifica politica, se ci sarà, pare rinviata appunto a un periodo successivo. Tra gli autonomisti dell'Mpa, che ieri in città hanno tenuto a battesimo “Grande Sicilia”, con il leader indiscusso Raffaele Lombardo, e il resto della coalizione di governo del “modello Gela”, non è amore politico incondizionato ma un rapporto di esigenza, con parti piuttosto diffidenti fra loro. Ieri, gli autonomisti hanno rivendicato il loro ruolo nella vittoria di Di Stefano, alle amministrative dello scorso anno. Lombardo dal sindaco “centrista e moderato” si aspetta “coerenza”, rispetto alle scelte di un anno fa. Gli autonomisti, in giunta, schierano l'assessore Valeria Caci ma non hanno rappresentanza consiliare. Le provinciali hanno segnato una spartiacque politico. “Grande Sicilia”, della quale fa parte l'Mpa, è stata “determinante nella vittoria di Tesauro”, ha detto uno dei dirigenti provinciali, l'ex M5s Giancarlo Cancelleri. I voti autonomisti sono confluiti sul sindaco di Caltanissetta, neo presidente del Libero Consorzio, e probabilmente potevano essere importanti per Di Stefano, che si è visto scavalcato non solo da Tesauro ma anche dall'altro candidato di area centrodestra, Massimiliano Conti. Un doppio binario, quello dei lombardiani, che gli alleati del sindaco poco gradiscono e non lo hanno nascosto. Stare in giunta con un gruppo marcatamente schierato con il centrodestra, in Provincia e alla Regione, legato da un patto federativo nazionale con Forza Italia, non è proprio il massimo per espressioni politiche progressiste, a cominciare dal Pd e dal Movimento cinquestelle, che hanno scommesso sul “modello Gela” per rilanciarsi e per cercare una via alternativa al centrodestra. Il sindaco, commentando l'esito delle urne di secondo livello, ha parlato di “un'alleanza sacrificata da Lombardo”. Allo stesso tempo, non intende avviare verifiche politiche in questo frangente che ritiene vada dedicato esclusivamente agli atti amministrativi. La bufera degli scorsi giorni, con la crisi interna scaturita dal botta e risposta tra dem e pentastellati, si è risolta con l'accordo del “buon senso”, che mette le polemiche in soffitta, almeno per ora, rilanciando il progetto del “modello Gela”. Tutti d'accordo, compreso il parlamentare Ars Nuccio Di Paola, che a sua volta ha voluto spegnere il fuoco che stava divampando, sapendo peraltro che non ci sono alternativa a un'alleanza progressista e civica, componente essenziale per il sindaco Di Stefano e più in generale per l'alternativa al centrodestra. L'Mpa in giunta, secondo diversi alleati, rimane un'anomalia. Gli autonomisti, però, proprio ieri qualche frecciata non l'hanno risparmiata. L'assessore Caci ha riferito del lavoro complesso e difficile che richiede il settore servizi sociali, sostenendo che a non apprezzarlo, probabilmente, sono solo quelli “a caccia di poltrone”. Ogni riferimento a qualche alleato non pare puramente casuale, anzi. Una disamina corroborata da Rosario Caci, riferimento territoriale Mpa. Moderando gli interventi nel corso della riunione di ieri, ha citato gli “appetiti” di qualcuno rispetto all'assessorato ai servizi sociali. Senza verifica e con un rimpasto di giunta che non sembra per nulla imminente, la convivenza forzata dovrebbe proseguire.
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