"Maggioranza con il sindaco su bilancio e cantieri", civici: "Provocazioni lasciano il tempo che trovano"
Una valutazione del tutto favorevole la pongono sull'operato del settore lavori pubblici, retto dall'assessore Di Dio, tra quelli che secondo alcuni, politicamente in quota Azione, dovrebbe essere messo in discussione
Gela. All'indomani delle polemiche che hanno sferzato la maggioranza del sindaco Di Stefano, i civici di “Una Buona Idea” prendono spunto dal vertice odierno, a Palazzo di Città, con il primo cittadino impegnato a stringere intorno al bilancio stabilmente riequilibrato. “Condividiamo in pieno la linea dettata dal sindaco, che trova sicuramente piena condivisione in tutta la maggioranza, ponendo l'approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato e il completamento dei cantieri Pnrr, come assolute priorità. Bisogna uscire dal dissesto per poter programmare, abbassare le tasse, ove è possibile, e procedere con nuove assunzioni, vitali e indispensabili per la vita dell'ente”, fanno sapere gli esponenti di “Una Buona Idea”. Una valutazione del tutto favorevole la pongono sull'operato del settore lavori pubblici, retto dall'assessore Di Dio, tra quelli che secondo alcuni, politicamente in quota Azione, dovrebbe essere messo in discussione. “Non tralasciamo l'importanza e il grande lavoro messo in atto con i tanti cantieri presenti nella città. Un plauso va rivolto al dirigente, al settore e all'assessore Di Dio per l'attività che stanno portando avanti, consapevoli delle tante difficoltà”, aggiungono. Di fatto, rimandano al mittente le “provocazioni”, comprese probabilmente quelle del laboratorio “PeR” e del segretario Donegani, che hanno invitato i partiti progressisti e lasciare la giunta, data la presenza dell'Mpa e di altre forze vicine al centrodestra. “Non è il momento di lanciare provocazioni che lasciano il tempo che trovano, la città e i nostri cittadini non se ne fanno nulla delle polemiche o delle sfide politiche vogliono vedere Gela cambiare e noi abbiamo l'onere di lavorare per migliorarla”, concludono.
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