Gela. Il rapporto che costruiamo sin dall’infanzia con il cibo è un rapporto complesso che coinvolge la sfera emotiva più di quanto si possa immaginare.Messaggi pseudo-educativi, commenti “innocenti” e”buoni” consigli (non richiesti) spesso non aiutano, qualche volta fanno danni.Il 15 marzo si celebra la Giornata mondiale dei disturbi alimentari un movimento globale per sensibilizzare e promuovere la comprensione di queste condizioni complesse e spesso misconosciute che pone l’attenzione sulla gravità delle malattie mentali legate all’alimentazione, come l’anoressia nervosa, la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata.
“I disturbi alimentari sono condizioni mentali che coinvolgono un’ossessione e una preoccupazione eccessiva per il cibo, il peso corporeo e l’immagine- ha dichiarato la psicologa Rosaria D’amaro- Le persone affette da disturbi alimentari possono sviluppare abitudini alimentari disordinate, restrizioni estreme o comportamenti di eliminazione, come il vomito o l’uso di lassativi.Riconoscere i segni e i sintomi precoci dei disturbi alimentari è fondamentale per un intervento tempestivo e un trattamento efficace. Alcuni dei segnali da tenere d’occhio includono:cambiamenti drastici nella dieta o negli abitudini alimentari, perdita di peso significativa o rapida. comportamenti ossessivi riguardo al cibo o all’immagine corporea, isolamento sociale e ritiro da attività solitamente piacevoli, cambiamenti nell’umore, come irritabilità o depressione.”
L’intervento precoce e il trattamento tempestivo sono essenziali per affrontare i disturbi alimentari in modo efficace. Riconoscere i segni e i sintomi precoci e cercare aiuto professionale il prima possibile può fare la differenza nella guarigione e nel recupero delle persone affette. Il trattamento può includere una combinazione di terapia psicologica, supporto nutrizionale e monitoraggio medico.
“Promuovere una cultura dell’accettazione del proprio corpo e della positività è fondamentale per contrastare lo stigma associato ai disturbi alimentari. Smettiamo di promuovere standard irraggiungibili di bellezza e incoraggiamo invece l’accettazione di tutti i tipi di corpo. Concentriamoci sulla salute e sul benessere, piuttosto che sul peso o sull’aspetto esteriore.” Continua la dottoressa D’amaro.
Il dato è in costante aumento del 20% annuo tra i 10 e 13 anni.
Nel 2023 i nuovi casi diagnosticati sono arrivati a quota 1,6 milioni (erano 680mila nel 2019) con un numero complessivo di persone colpite superiore a tre milioni.
Il secondo motivo per cui questa epidemia dilagante deve far preoccupare è che i servizi assistenziali che dovrebbero riabilitare questa lunga lista di pazienti sono in affanno e ancora mal distribuiti nel Paese. Dei 135 centri censiti a gennaio dall’Istituto superiore di sanità, solo 41 si trovano tra il Sud e le Isole Neanche tre su dieci dispongono di una struttura residenziale per la riabilitazione intensiva e il 40% delle residenze non accoglie i minori sotto i 14 anni.