Gela. Gli allergici lo sanno: se si parla di allergie l’autunno può essere pericoloso tanto quanto la primavera. Soprattutto da quando, a causa dell’emergenza climatica, hanno cominciato a diffondersi anche nei mesi autunnali pollini più comuni in altre stagioni.
L’inasprimento di una sintomatologia che prevede difficoltà respiratorie, rinite allergica, asma bronchiale e altre manifestazioni respiratorie come tosse, bruciore alla gola e agli occhi, richiede un’azione terapeutica tempestiva per non influenzare negativamente la quotidianità del paziente allergico.
“Spesso ci sono piccoli segni che si presentano nel periodo dell’inserimento scolastico che non vengono ben attenzionati, come ad esempio l’istinto del bambino di spingere veso l’alto la punta del naso con dita” spiega l’allergologo e pediatra Antonio Rinciani.
Quando parliamo di asma, invece, alla diagnostica allergologica è fondamentale affiancare l’indagine puntuale della funzionalità respiratoria , attraverso gli esami spirometrici e dell’infiammazione dei bronchi.
Si chiama immunoterapia specifica, è la cosiddetta “vaccinazione” contro le allergie e consiste nella somministrazione dell’allergene che causa la malattia allergica in dosi incrementali fino a raggiungere una dose di mantenimento.
“Secondo l’organizzazione mondiale della sanità il vaccino è l’unica terapia per rallentare la marcia allergica infiammatoria ed è l’unico elemento che agisce sulla causa- continua il dottor Rinciani- Dal quinto anno di età è possibile sottoporsi al vaccino e la somministrazione può durare dai 3 ai 5 anni”.
La somministrazione può essere sublinguale o sottocutanea. lA termine della terapia vaccinale si è coperti per circa 15 anni. Al termine di questo periodo si può ricominciare il ciclo vaccinale.
Si stima che il 95%dei pazienti che si sottopone a immunoterapia specifica riesca a desensibilizzarsi e a risolvere le manifestazioni allergiche, con un netto cambiamento nella qualità della vita.