Quotidiano di Gela

"Camaleonte", difese Luca escludono legami con i clan: il poliziotto Giudice, "rinuncio alla prescrizione"

Le difese proseguiranno con le loro conclusioni nelle prossime udienze

A cura di Rosario Cauchi
08 maggio 2025 20:11
"Camaleonte", difese Luca escludono legami con i clan: il poliziotto Giudice, "rinuncio alla prescrizione" -
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Gela.  Questa mattina, davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D'Amore, sono iniziati gli interventi dei difensori degli imputati coinvolti nell'inchiesta “Camaleonte”. Per l'accusa, sostenuta dai pm della Dda di Caltanissetta, gli imprenditori del gruppo Luca avrebbero avuto collegamenti diretti con le famiglie di mafia, locali e non solo. Ieri, sono state chieste condanne per tutti i coinvolti. Quelle più pesanti per Salvatore Luca a quattordici anni di reclusione, a dodici anni per il figlio Rocco Luca e a dieci anni per Francesco Luca. Gli viene infatti contestato il concorso esterno in associazione mafiosa. Per gli altri reati, compresa l'ipotesi di riciclaggio, sei anni sono stati indicati per Francesco Gallo, cinque per Concetta Lo Nigro, cinque anni e due mesi inoltre per Maria Assunta Luca e quattro anni e sei mesi per la posizione di Emanuela Lo Nigro. Le difese, nell'udienza odierna, hanno invece puntato sull'assenza di qualsiasi legame tra gli imprenditori ed esponenti dei clan, che anzi nel corso del tempo li avrebbero costantemente vessati. Gli stessi imputati si sono sempre detti vittime delle richieste estorsive e di pesanti minacce, ricordando la loro collaborazione con le forze dell'ordine. Proprio su quest'ultimo punto, stando alla Dda, gli imprenditori si sarebbero avvalsi dei favori di due funzionari di polizia, Giovanni Giudice e Giovanni Arrogante. Per il primo, è maturata la prescrizione. Per il secondo, invece, la richiesta di condanna è a cinque anni di detenzione. Giudice, questa mattina, in aula, rilasciando dichiarazioni spontanee, ha spiegato di rinunciare alla prescrizione. Vuole essere giudicato nel merito. Ha ricordato che il suo servizio in polizia è sempre stato mirato alla lotta contro la mafia e le pesanti accuse che gli vengono mosse lo hanno certamente segnato. Ritiene di aver agito sempre nel rispetto del suo ruolo. Assistito dal legale Giacomo Ventura, ha fatto questa scelta, rinunciando alla prescrizione. Le difese proseguiranno con le loro conclusioni nelle prossime udienze. Gli imputati sono rappresentati dai legali Antonio Gagliano, Filippo Spina, Flavio Sinatra, Carlo Taormina, Carmelo Peluso, Luigi Latino, Fabio Fargetta e Alessandro Diddi, Michele Ambra, Emilio Arrogante e Marina Giudice.

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