Gela. Quello locale si conferma un territorio da tenere ancora sotto stretta osservazione, sia per l’incidenza delle patologie sia per quella dei decessi. A ribadirlo sono i ricercatori del progetto Sentieri, che hanno reso pubblico il sesto rapporto sulle aree che sono state classificate come Siti di interesse nazionale. Tra queste, c’è quella locale. “I risultati del sesto rapporto Sentieri sottolineano l’importanza di proseguire le attività di bonifica previste, di mantenere attivo il sistema di sorveglianza epidemiologico e di fornire informazioni esaurienti a tutti i portatori di interesse (amministrazioni pubbliche, autorità sanitarie e ambientali, comitati, cittadini)”, così riporta il rapporto. Sentieri monitora costantemente i quarantasei siti nazionali, classificati sotto questa denominazione per l’impatto che nel tempo ha avuto l’industria. Nel rapporto, si usano criteri strettamente scientifici anche rispetto alla classificazione dei casi. I dati del rapporto appena pubblicato, per Gela rimangono in linea con quelli dei periodi precedenti. Un campanello d’allarme viene subito attivato dai ricercatori, coordinati dall’Istituto superiore di sanità. Nella sezione pediatrico-adolescenziale-giovanile, è riportato che per la mortalità “si registra un eccesso per tutti i tumori in età pediatrica e sull’insieme più ampio da 0 a 29 anni”. Alla voce dell’ospedalizzazione, invece, i ricercatori indicano che “in età pediatrica e pediatrica-adolescenziale, si osservano eccessi di ricoverati per tumori del sistema nervoso centrale e per linfomi ma le stime sono accompagnate da ampia incertezza”. Tra il 2011 e il 2019, ci sono stati 6.145 nuovi nati e sono stati “osservati complessivamente” 248 casi con anomalia congenita “con una prevalenza pari a 403,6 per 10.000 nati”, si legge nel rapporto. Le anomalie congenite in eccesso sono quelle del sistema nervoso, dell’apparato urinario, dei genitali e degli arti. Se il focus si sposta dalla dimensione pediatrica-adolescenziale-giovanile a quella della popolazione generale, allora gli eccessi di rischio per la mortalità toccano soprattutto “i tumori maligni e le malattie dell’apparato urinario, per queste ultime nelle femmine con stima incerta”. “Eccessi di rischio inoltre si osservano nelle femmine per le malattie dell’apparato circolatorio”, è riferito nel lavoro dei ricercatori. I tumori maligni, quelli del colon retto e “con stima incerta” i tumori del polmone sono i principali eccessi di rischio per la mortalità rispetto ai casi di “evidenza sufficiente o limitata di associazione con le fonti di esposizioni ambientali”. Dalla disamina, il territorio locale manifesta eccessi di rischio di mortalità e ospedalizzazione “già osservati nei rapporti Sentieri del 2011 e del 2019”. Il nuovo resoconto viene comparato a recenti studi effettuati attraverso un monitoraggio locale. Mortalità ed ospedalizzazione, nell’analisi della “coorte dei lavoratori del petrolchimico”, riportano eccessi di rischi per il tumore al polmone e le malattie urinarie. Gli aggiornamenti portano ad accertare un aumento di rischio per i tumori del colon retto, tra operai e residenti. C’è inoltre un aumento dei rischi di tumore alla vescica tra gli operai “in particolare per la mortalità”. I tumori al sistema nervoso centrale sono posti come aumento di rischio per i residenti. “Un segnale di eccesso di rischio di leucemia tra gli operai, seppur con stime incerte”, si legge ancora. Sia tra residenti che tra operai si fa strada inoltre “un eccesso di rischio per le malattie respiratorie acute”. I ricercatori scrivono di “fattori eziologici, compresi gli inquinanti, frutto della contaminazione con sorgente il petrolchimico, che favoriscono i rischi in eccesso”.
Nel terminare l’approfondimento sull’evolversi del quadro locale, lo studio Sentieri sottolinea che “l’osservazione ripetuta della maggior occorrenza di anomalie congenite a carico del sistema urinario e dei genitali nel Comune di Gela suggerisce, oltre agli approfondimenti sul monitoraggio, il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza epidemiologica specifica e un’attività multidisciplinare di ricerca eziologica”. Gli autori del rapporto, infine, tracciano un quadro complessivo di tutti i siti Sin italiani. “Tra il 2013 e il 2017 nel totale dei 46 siti nazionali monitorati dalla sorveglianza epidemiologica Sentieri si è verificato un eccesso di 1668 decessi l’anno. La percentuale dei decessi in eccesso rispetto al totale è pressoché costante nel tempo, passando dal 2,7% nel 2006-2013 (Quinto Rapporto Sentieri) al 2,6% nel periodo più recente (2013-2017). La stima è contenuta nel Sesto Rapporto sul progetto, presentato domani presso l’Istituto superiore di sanità (Iss) e pubblicato sul sito della rivista scientifica Epidemiologia & Prevenzione, in modalità open access. I tumori maligni contribuiscono per oltre la metà (56%) degli eccessi osservati. Scendendo nel dettaglio del nesso tra patologie e fattori di esposizione, la mortalità per mesoteliomi totali risulta in eccesso di tre volte nei siti con presenza di amianto e quella per mesoteliomi pleurici di più di due volte nell’insieme dei siti con amianto e aree portuali. Il tumore del polmone è in eccesso del 6% tra i maschi e del 7% tra le femmine. Inoltre, sono in eccesso la mortalità per tumore del colon retto nei siti caratterizzati dalla presenza di impianti chimici, del 4% tra i maschi e del 3% tra le femmine, e del 6% per il tumore della vescica negli uomini residente nei siti con discariche. Il rapporto ha evidenziato anche un eccesso del rischio di ospedalizzazione che, nel periodo 2014-2018, per tutte le cause naturali nell’insieme dei 46 siti, è risultato del 3% in en¬trambi i generi. Un eccesso di rischio di ospedalizzazione viene osservato anche nella classe di età pediatrico-adolescenziale (0-19 anni) per il 43% delle aree studiate, e in età giovanile (20-29 anni) per il 15% delle aree contaminate”, concludono.