Palermo. Il «Washington Post» celebra sulla sua homepage online Rosario Crocetta. Definito il politico la cui scelta era «più improbabile nel governare la terra di Cosa Nostra», il presidente della Regione Sicilia è apprezzato dal giornalista Anthony Faiola del quotidiano americano per la sua lotta «rivoluzionaria” contro la mafia, cosa che ha indotto i boss a mettere una taglia sulla sua testa.
”Degli ultimi due inquilini del Palazzo della regione – scrive il giornale – uno è sott’accusa per reati penali e l’altro sta avendo molti problemi. Si tratta di Crocetta, il politico più improbabile che abbia mai governato la terra di Cosa Nostra”. ”Sono omosessuale e lo considero un dono di Dio”, dice Crocetta. «Fin dalla vittoria di nove mesi fa – continua Faiola – il 62enne ex-Comunista che ha un debole per gli occhiali da sole blu ha abbattuto un altro degli stereotipi del machismo del sud Italia». Per il Washington Post, infatti, l’ascesa di un governatore della Regione gay in Sicilia è improbabile come averne uno in Alabama. A fare il paragone al quotidiano è stato effettivamente il parlamentare italiano e attivista per i diritti dei gay Ivan Scalfarotto. Il commento ha anche sollevato qualche frecciatina allo stato iperconservatore con i lettori che si sono detti stupiti che nella vecchia Sicilia si sia più avanti che negli Usa. Ma a stupire l’inviato resta la lotta anti-mafia che vede un Rosario Crocetta anticonvenzionale e anticonformista, tanto da arrivare in ritardo ad alcuni appuntamenti ufficiali, ma che resta comunque «sposato alla Sicilia» anche perché «la Sicilia non è ancora pronta per le nozze gay», ha commentato lo stesso governatore al giornale statunitense. Il presidente che per il «Washington Post» abbatte le barriere, sia quelle innalzate dalla mafia che dai pregiudizi.