Gela. Parcheggio riservato? Divieto di sosta? Che la comunicazione di appropriazione del suolo pubblico passi attraverso i complementi d’arredo e non la tabellonistica, i cartelloni stradali e i relativi protocolli, è cosa consolidata dalle nostre parti.
Di certo, è corrente il pensiero che siano ormai remote le possibilità di beccare con facilità le zone parcheggio delimitate dalle strisce bianche; la sosta gratuita la cui caccia è divenuta un miraggio. Ci si è rassegnati al fatto che sia nulla la probabilità di sfruttare i due parcheggi multipiano, quelli realizzati nel centro storico e nel rione Caposoprano, mai utilizzati a pieno regime.
Ma la classica abitudine di parcheggiare le sedie e di convertirle in segnaposto non ha solo a che fare con questo genere di carenze; piuttosto con una visione, prettamente meridionale della strada e del marciapiede antistante la propria casa.
Una visione appartenente non solo ai proprietari delle sedie, ma principalmente a chi consente questo sistema abusivo e poco decoroso di “riservarsi” l’area del parcheggio.