Gela. Ha ricordato i terribili momenti precedenti alla morte delle due figlie, le piccole Maria Sofia e Gaia Trainito, e ha ribadito che l’obiettivo era di seguirne il destino, togliendosi a sua volta la vita.
I magistrati in ospedale. La quarantunenne Giuseppa Savatta è stata sentita, all’interno di una stanza del reparto di chirurgia dell’ospedale Vittorio Emanuele dove è attualmente ricoverata sotto stretto controllo. Davanti a lei, il procuratore capo Fernando Asaro e il sostituto Monia Di Marco. I magistrati hanno cercato di acquisire elementi utili alle indagini. I ricordi della donna, ancora in forte stato di shock, sarebbero vaghi ma, comunque, fissati sulla fine delle due figlie. Difesa dall’avvocato Pietro Pistone, ha risposto alle domande dei pm e, domani, verrà sentita alla presenza del giudice delle indagini preliminari Lirio Conti, nel corso dell’udienza di convalida successiva al suo arresto.
La perizia. Intanto, i magistrati della procura hanno assegnato l’incarico peritale allo specialista Cataldo Ruffino. Sarà il medico legale, che ha già avviato gli accertamenti sui corpi delle bambine, a depositare una relazione. Il termine assegnatogli è di sessanta giorni. Proprio la relazione dovrebbe contribuire a fare chiarezza intorno alla morte di Maria Sofia e Gaia Trainito. Accertamenti verranno effettuati, inoltre, da uno specialista in tossicologia. Alla fase di affidamento dell’incarico peritale ha partecipato anche il legale Giovanni Giudice che si occuperà di seguire Vincenzo Trainito, padre delle bambine. L’ingegnere è parte offesa e cercherà di avere tutta la verità sulla fine delle piccole figlie. Gli altri familiari, invece, sono rappresentati dall’avvocato Flavio Sinatra. I carabinieri, comunque, proseguono le indagini e starebbero accertando ulteriori particolari legati all’intera vicenda.