Gela. “Sono combattuto se replicare a un plotone di esecuzione mandato per fare fuori qualcuno che vuole solo fare gli interessi della città”.
Con queste parole il sindaco Domenico Messinese replica alla sua espulsione dal partito di Grillo, ordinata dal M5S Sicilia. A volere la testa di Messinese sarebbe il nisseno Giancarlo Cancelleri, vero regista di un’azione silente che a detta del primo cittadino “ha permesso di isolare l’amministrazione comunale non garantendo collaborazione sugli sviluppi dei temi più importanti – rivela Messinese – ignorata dalla deputazione regionale e nazionale penta stellata”.
L’espulsione del primo cittadino sarebbe conseguenza del rimpasto di giunta e il conseguente licenziamento degli assessori “non più in sintonia con i progetti dell’amministrazione”: Ketty Damante, Nuccio Di Paola e Pietro Lorefice. Poche ore più tardi la nuova giunta aveva incassato la sfiducia di quattro dei cinque consiglieri grillini che siedono tra gli scranni dell’Aula: Virginia Farruggia, Enzo Giudice, Angelo Amato e Simone Morgana. E’ rimasta fedele all’amministrazione solo Sara Cavallo.
Ieri sera, alle 20,35, con una mail, lo staff di Beppe Grillo ha comunicato l’espulsione dal M5S a Messinese concludendo, dopo una settimana politicamente concitata, l’anno che a giugno aveva permesso al M5S di conquistare Gela: roccaforte del Pd.
“Secondo lo staff di Beppe Grillo ho violato in modo grave il rispetto dei punti che caratterizzano il M5s – spiega Messinese – In verità, sanno benissimo che siamo stati coerenti con una linea di programma condivisa con Luigi Di Maio e Giancarlo Cancelleri, prima e dopo la campagna elettorale. Pretendevano solo la testa di alcuni assessori per mettere le mani sulla vicenda Eni ignorando tutti i progetti di sviluppo per la nostra città. Le imposizioni calate dai Meetup sono atti illegittimi. Come la proposta di esonerare la Tekra, seguendo quanto fatto in altri Comuni guadagnandosi l’avvio di un’azione legale”.
“Sulla decurtazione delle somme avevamo concordato con tutta la giunta, compresi gli assessori licenziati, – spiega Fabrizio Morello – di devolvere somme in atti di donazione”.