Vivaldo ucciso su ordine delle 'ndrine in provincia di Milano, sei coinvolti: c'è un gelese

Per gli inquirenti, avrebbe dato informazioni sulle abitudini di Vivaldo, ucciso a colpi di arma da fuoco mentre parcheggiava la propria vettura. L'ottantenne Sanfilippo, nato a Gela, è ritenuto legato alla 'ndrangheta

30 novembre 2025 17:08
Vivaldo ucciso su ordine delle 'ndrine in provincia di Milano, sei coinvolti: c'è un gelese -
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Milano. Un omicidio, quello di Nicola Vivaldo, avvenuto nel febbraio di venticinque anni fa, a Mazzo, una frazione del Comune di Rho in provincia di Milano, ricostruito dai pm della Dda milanese e dai carabinieri. Sono sei i provvedimenti di custodia cautelare in carcere, firmati dal gip del tribunale di Milano. Uno di questi è destinato all'ottantenne Stefano Sanfilippo, nato a Gela ma trasferitosi in Lombardia, dove avrebbe stretto, anche per ragioni familiari, legami con le 'ndrine calabresi. Per gli inquirenti, avrebbe dato informazioni sulle abitudini di Vivaldo, ucciso a colpi di arma da fuoco mentre parcheggiava la propria vettura. Ci sarebbe proprio la 'ndrangheta dietro all'azione di morte. Misure in carcere sono state eseguite per il presunto esecutore materiale, il cinquantasettenne Massimo Rosi, per chi lo avrebbe accompagnato, Stefano Scatolini, e ancora per il cinquantatreenne Bruno Gallace, che avrebbe procurato le armi, e per quelli che vengono considerati i mandanti, ovvero il settantottenne Vincenzo Gallace e il sessantaduenne Vincenzo Rispoli. Sono tutti considerati esponenti di spicco delle 'ndrine attive in Lombardia. Vivaldo, secondo gli inquirenti, era ritenuto un informatore delle forze dell'ordine, soprattutto rispetto al traffico di droga controllato dai calabresi. A eccezione di Sanfilippo, tutti gli altri indagati erano già detenuti per altri fatti. Gli investigatori, nell'attività di indagine, hanno potuto sviluppare le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, Emanuele De Castro, che prese parte all'agguato mortale.

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