Gela. Non ci fu un’estorsione ai danni della moglie, per ottenere denaro e acquistare sostanze stupefacenti. Condanna ridotta in appello. Così, i giudici della Corte di appello di Caltanissetta hanno ridotto la condanna imposta ad un operaio. In primo grado, Francesco A. era stato condannato a sei anni e un mese di reclusione. I giudici di appello gli hanno imposto, invece, un verdetto di condanna a tre anni di detenzione. In base alle accuse, avrebbe sottoposto a violenze la moglie, chiedendole ripetutamente denaro. I soldi sarebbero serviti all’acquisto di droga, soprattutto cocaina e marijuana. Il denaro, però, come dimostrato in aula dal suo difensore di fiducia, l’avvocato Davide Limoncello, era quello che l’uomo aveva guadagnato lavorando. Di conseguenza, i giudici nisseni hanno escluso l’accusa di estorsione. Sono rimaste in piedi, invece, le contestazioni relative alle violenze imposte alla consorte. Per la difesa, comunque, tutto sarebbe scaturito dallo stato di tossicodipendenza dell’imputato che non gli avrebbe consentito di valutare, con lucidità, quanto accadeva tra le mura di casa.