Gela. Le richieste d’accusa verranno formulate a giugno. Questa mattina, invece, due imputati, coinvolti nell’inchiesta sulle violenze e sulle privazioni nelle comunità della cooperativa “Azzurra”, sono stati sentiti davanti al gup del tribunale di Caltanissetta. Le difese hanno optato per il giudizio abbreviato. La posizione più grave è quella dell’operatore gelese Vincenzo Biundo, accusato non solo di violenze fisiche ai danni degli ospiti (tutti disabili psichici) ma anche di violenza sessuale, nei confronti di un’anziana. In base a quanto scoperto dai carabinieri, nei due centri di Serradifalco, gestiti dalla cooperativa gelese, sarebbero stati somministrati farmaci da operatori non abilitati e agli ospiti spesso sarebbe stato negato anche il cibo. Biundo, difeso dall’avvocato Carmelo Tuccio, ha escluso episodi di violenza sessuale, facendo invece riferimento a rapporti consensuali. Più in generale, gli imputati hanno cercato di ridimensionare le contestazioni, che per la procura nissena sono però avvalorate dalle immagini registrate all’interno dei centri, dove gli investigatori collocarono sistemi video. Si è difesa anche l’altra imputata, Rosa Anna Milazzo, rappresentata dal legale Amedeo Aquilino.
Uno degli ex ospiti delle strutture, che fu vittima di violenza, si era già costituito parte civile, con l’avvocato Ivan Bellanti. Anche un altro paziente dei centri di Serradifalco ha fatto una scelta analoga, assistito dall’avvocato Flavio Sinatra. I responsabili della cooperativa, tra questi l’imprenditore Rocco Giovanni Scordio, sono stati rinviati a giudizio. Il dibattimento, per lo stesso Scordio e per Giuseppina Scimè, dovrebbe partire a maggio.