Gela. Per i manager di Eni, è l’inizio di una nuova era, quella della bioraffinazione. E’ in corso la presentazione della nuova green refinery, progetto voluto dalla multinazionale nel sito di contrada Piana del Signore. Il tradizionale ciclo degli idrocarburi è stato sostituito da quello per la produzione di carburanti sostenibili. “È un giorno molto importante per noi. A Venezia, siamo stati i primi al mondo a convertire una raffineria tradizionale in bioraffineria e adesso inauguriamo la seconda, ancora più innovativa – ha detto l’amministratore delegato del cane a sei zampe Claudio Descalzi – un nuovo esemplare di eccellenza italiana. Si tratta di un grande passo avanti nel nostro percorso di decarbonizzazione, un cammino che come Eni abbiamo intrapreso da tempo ma al quale negli ultimi cinque anni abbiamo impresso una fortissima accelerazione, investendo significativamente sull’efficienza, e in particolare sulla produzione di energia verde, sulle rinnovabili e sull’economia circolare, attraverso la trasformazione di sostanze organiche e inorganiche, minimizzando gli sprechi e valorizzando i rifiuti e i materiali di scarto. Il tutto sviluppando ricerca, tecnologie e iniziative industriali che rappresenteranno per Eni vere e proprie future linee di business. E una parte significativa di questo percorso lo stiamo facendo proprio in Italia. Gela, in particolare, riveste in questo senso un ruolo da protagonista. Oltre alla nuova bioraffineria, il sito gelese ospita l’impianto pilota Waste to fuel, che dallo scorso dicembre trasforma i rifiuti organici in bio olio, bio metano e acqua, ed è destinato a diventare per Eni un laboratorio per l’applicazione delle più avanzate tecnologie nel campo ambientale e delle rinnovabili”. “Gli oli vegetali esausti che venivamo gettati nei lavandini li ricicliamo facendoli diventare biocarburanti – ha spiegato in conferenza stampa Giuseppe Ricci – questa è un’ economia circolare di tutto il sistema. Abbiamo bisogno della collaborazione del territorio per sviluppare nuove attività produttive”. L’azienda prevede ulteriori interventi. “La realizzazione della bioraffineria Eni di Gela garantisce il miglioramento di tutte le matrici ambientali grazie all’abbattimento delle emissioni (SO2, NOX, CO, polveri) superiore al 70 per cento – si legge in una nota del gruppo – rispetto al ciclo tradizionale. Sul fronte ambientale, proseguono gli interventi di bonifica, per cui sono stati spesi oltre 800 milioni di euro dal 2000 a oggi. Al fine di migliorare l’impatto visivo del sito, saranno realizzati numerosi interventi: al camino già demolito si aggiungerà la rimozione della vecchia torcia più alta, che sarà sostituita da nuove di minore altezza e che migliorano l’impatto ambientale. Sono anche stati ultimati numerosi lavori di demolizioni di varie infrastrutture, tra cui serbatoi, pensiline di carico, le strutture per il recupero gas e la desolforazione del gasolio e del frazionamento benzine. Lo skyline dell’area industriale è destinato a migliorare con gli interventi in programma fino al 2022, compresa la demolizione del camino dello SNox non più in uso. La bioraffineria Eni di Gela è progettata per trattare cariche advanced e unconventional fino al 100% della capacità di lavorazione, ed è una delle poche bioraffinerie al mondo ad elevata flessibilità operativa”.
Il board di Eni, anche in conferenza stampa, ha puntato l’attenzione sulla sicurezza negli impianti. “In totale, 140 persone lavorano per la sicurezza a Gela, negli altri siti italiani e all’estero. Segno che è possibile essere competitivi lavorando in socirezza”.