Gela. I vertici dell’azienda Tcd, con cantieri anche in raffineria, escludono che siano mai stati richiesti incontri ufficiali dal sindacato e dal riferimento Cobas Francesco Cacici. Lo spiega il legale dell’azienda, l’avvocato Salvatore Incardona. Per i vertici aziendali, anzi, ci sarebbe stata una presenza non autorizzata di Cacici che invece ha segnalato l’inosservanza degli impegni da parte della società. “Non abbiamo mai ricevuto una richiesta di incontro ufficiale da parte dei Cobas e da chi li rappresenta, in particolar modo dal signor Cacici. Questa mattina la società ha appreso che in maniera del tutto arbitraria e fuori da qualsiasi regola Cacici è entrato nel cantiere dell’azienda, privo di autorizzazione, bloccando i nostri dipendenti senza rispettare le dovute fasi per una procedura di stato di agitazione. Sono in corso degli approfondimenti – spiega Incardona per conto dell’azienda di coibentazione – ma la società agirà nei confronti di chi ha causato questa incresciosa situazione di paura non giustificata. Sarà segnalata la mancata attivazione delle più elementari procedure sindacali e soprattutto constatiamo che è stato impedito ai lavoratori di raggiungere il proprio posto, bloccandoli in cantiere”.
La proprietà e il legale negano inoltre possibili anomalie nei cantieri. “Dai sindacati vengono dichiarate situazioni allo stato non corrispondenti alla verità – aggiungono – infatti la società ad oggi è in regola con i pagamenti passati, i lavoratori ricevono regolarmente la loro mensilità entro i tempi previsti dal contratto collettivo di inquadramento e in più non risulta nessun mancato rispetto di richieste di incontri sindacali. Ci riserviamo immediata azione penale e civile nelle sedi opportune”.