Gela. Erano tanti gli imprenditori e gli esercenti, associati all’antiracket “Gaetano Giordano”, che ieri hanno assistito al dibattito con il nuovo commissario Anna Paola Porzio e con il prefetto di Caltanissetta Cosima Di Stani. E’ ancora viva la ferita del suicidio di Rocco Greco, imprenditore che fu tra i primi a denunciare le vessazioni mafiose nell’appalto dei rifiuti, ma i vertici locali dell’antiracket vogliono rilanciare il movimento. “Quella di Gela è una storia esemplare – ha spiegato il presidente della Fai Tano Grasso – una storia fatta da più di duecento imprenditori che hanno deciso di denunciare. Chi lo fa, se sussistono determinate condizioni, avrà sempre al proprio fianco l’antiracket e le istituzioni”. Nessuno però si sbilancia nel teorizzare una sconfitta definitiva imposta agli estorsori. “Il fatto che le estorsioni siano in flessione – ha aggiunto Grasso – non significa che la partita è vinta. In questo territorio, le partite si chiudono lentamente”.
Renzo Caponetti, presidente dell’antiracket “Gaetano Giordano”, ha nuovamente sottolineato l’importanza del numero di denunce. “Siamo l’associazione con il maggior numero di imprenditori che hanno scelto di denunciare”. Da tempo, l’antiracket (attraverso il legale Giuseppe Panebianco) riesce ad ottenere successi giudiziari, attraverso le costituzioni di parte civile in giudizi spesso scaturiti dalle denunce degli associati. Inoltre, sono stati attivati percorsi che consentono agli esercenti danneggiati di accedere a fondi nazionali, come capitato con i titolari del bar “Belvedere”, negli scorsi mesi distrutto dalle fiamme dolose. In prima fila, ieri, c’erano tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine che operano su territorio e il commissario Rosario Arena.