Gela. Continua la protesta degli operai della Turco Costruzioni, da oltre due settimane impegnati nei presidi ai varchi di accesso della raffineria Eni di contrada Piana del Signore. Sulle spalle hanno trentasei licenziamenti, diverse mensilità arretrate, oltre a quanto dovutogli sul fronte previdenziale. Nelle scorse ore, i confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno avuto un incontro in prefettura, nel tentativo di sbloccare l’impasse. “Il sindacato continua ad essere presente per e tra i lavoratori – scrivono edili e confederali di Cgil, Cisl e Uil – e nel contempo ha insistito con Eni e Confindustria affinché le ditte che hanno appalti e subappalti prendano in considerazione le mansioni svolte dai trentasei licenziati, per una immediata collocazione. Abbiamo ultimato da qualche ora una ulteriore verifica e lo abbiamo fatto insieme al prefetto che da sempre è fattiva nel dirimere le vertenze e trovare soluzioni. Molte imprese hanno dato disponibilità alle assunzioni. Siamo andati oltre, chiedendo ad Eni una immediata verifica sulla presenza di pensionati che lavorano per conto di molte imprese dell’indotto. Anche questo è grave ed a danno dei lavoratori disoccupati della città”.
I sindacati criticano, senza troppi veli, la riunione di ieri convocata in municipio dal presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia, alla presenza dei manager Eni, del sindaco Domenico Messinese, del vice Simone Siciliano e degli imprenditori di Sicindustria e Legacoop. “Invitiamo le istituzioni ad evitare inutili fughe in avanti, ad esercitare il ruolo di controllo autorizzativo che dipende dalla stesso ente, a fare ciò che può e deve fare per ristabilire un clima di serenità in città – concludono – ci voleva la riunione di ieri indetta dalla presidenza del consiglio comunale per dire e fare cosa? I deputati non erano consapevoli dello stato della vertenza? Dei ritardi da noi denunciati per mesi in merito all’accordo di programma? Non si sa che l’Eni ha programmato 32 milioni di opere di compensazioni e che proprio il Comune è in ritardo sulle idee progettuali? Noi continueremo a sforzarci di trovare soluzioni sapendo che una vertenze inizia, si evolve e finisce e consapevoli che il sindacato non ha il potere di fare delibere e di produrre leggi e neppure di stanziare fondi. Questi poteri la legge li conferisce ai politici, gli stessi che non dovrebbero perdere tempo in inutili riunioni ed in comunicati che dicono l’opposto di ciò che in città sta accadendo”. Venerdì, dovrebbe tenersi una seduta monotematica di consiglio comunale proprio sul caso Eni.
Mi dispiace dirlo ma per una volta negli ultimi 4/6 anni i sindacati hanno detto una cosa giusta. Politici? Magarie c e ne fosse uno degno di essere chiamato tale…..