Vertenza sanità e non solo, Di Stefano distante dal centrodestra e il "modello Gela" fa le prove di allargamento
Se il centrodestra è chiamato a difendere l'azione di un governo regionale che sulla sanità si gioca molto, se non tutto, il “modello Gela” di Di Stefano, proprio in questo frangente, pare fare le prove di allargamento
Gela. La vertenza sanità, ormai conclamata all'indomani del parere favorevole rilasciato dalla commissione salute dell'Ars al piano ospedaliero regionale, sembra segnare la cifra vera e propria di ciò che potrebbe essere l'evoluzione anche politica del “modello Gela” del sindaco Terenziano Di Stefano. Il primo cittadino, con l'unica eccezione del rapporto mantenuto con l'Mpa che sta nella sua giunta, è decisamente distante da un centrodestra che questa mattina, con l'assenza completa al sit-in innanzi l'ospedale “Vittorio Emanuele”, ha sancito la propria aderenza alle posizioni del governo Schifani. Certamente, nessuno si aspettava il contrario. Il centrodestra degli azzurri di Forza Italia, dei meloniani di Fratelli d'Italia, dei cuffariani della Dc, dei leghisti e di tutto quel fronte che si rivede nell'attuale guida della Regione, sta mettendo le basi per un'alternativa al “modello Gela”. A metà ottobre è previsto il primo tavolo locale d'area, a oltre un anno dalla sconfitta alle amministrative. I posizionamenti regionali inducono a difendere pure cause complesse, come quella della rete ospedaliera che taglia in città. Le forze di centrodestra lo escludono platealmente, allo scopo di non prestare il fianco alle dure invettive dei progressisti. Il sindaco, in settimana presente all'Ars mentre la commissione vagliava la rete ospedaliera, non ha certamente aderito all'andazzo prevalente tra le file del centrodestra e ha criticato percorsi che ritiene insostenibili, a maggior ragione con un nosocomio locale che risente di falle pesanti. L'affondo al management Asp, nelle scorse settimane, ha reso più profonde le distanze tra il primo cittadino e il centrodestra del governo regionale. Gli esponenti che stanno con il presidente Schifani e con l'assessore Daniela Faroni, qualche concessione in più dovranno portarla a casa, prima che il piano ospedaliero diventi definitivo. Mantenere i tagli e non attivare una quota di posti letto, a oggi solo sulla carta, non sarebbe un biglietto da visita spendibile, neppure a fini elettorali. Se il centrodestra è chiamato a difendere l'azione di un governo regionale che sulla sanità si gioca molto, se non tutto, il “modello Gela” di Di Stefano, proprio in questo frangente, pare fare le prove di allargamento. Forze come “Progressisti e rinnovatori” e Italia Viva, oggi presenti al sit-in e con valutazioni molto critiche sul depotenziamento ulteriore del sistema sanitario cittadino, appaiono vicine alla causa dell'alleanza del sindaco e non si riconoscono per nulla né nel centrodestra né nel contesto del governo regionale. L'esordio era scattato alla prova delle provinciali di secondo livello. “PeR” e i renziani sostennero la candidatura alla presidenza di Di Stefano, insieme a Pd, M5s e al cartello civico. Una visione comune sulla sanità da rafforzare a ogni costo e la prospettiva di incidere su temi che possono diventare humus di un progetto politico complessivo, dalle infrastrutture agli investimenti, passando per una nuova consapevolezza turistica della città e per lo sblocco delle incompiute (porto in primis), potrebbero costituire i contenuti di un patto amministrativo e politico, verso il quale Di Stefano pare indirizzato, mantenendo comunque ciò che fu espresso dall'agorà, trainante per la vittoria del 2024. Per ora, il sindaco ha in testa quasi esclusivamente il traguardo del bilancio stabilmente riequilibrato. Ritiene di poter fare affidamento sugli autonomisti dell'Mpa, come anello di congiunzione con la Regione, almeno dal lato della maggioranza targata Schifani (è comunque un passaggio che andrà approfondito), e l'allargamento a altri pezzi del centrosinistra progressista e ai moderati non pare un'eresia, soprattutto con la condivisione che prevale su un capitolo delicato come la sanità cittadina. Probabilmente, seguendo la pista della rivisitazione del governo cittadino, Di Stefano non trascurerà neanche la voce degli accordi di un anno fa, decisivi o quasi per la vittoria al ballottaggio.
In foto il sindaco Di Stefano e il segretario regionale di "PeR" Miguel Donegani
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