Gela. Questa la posizione del capogruppo del Pdl, Gaetano Trainito, sula vicenda Eni. “In riferimento alle dichiarazioni sindacali di questi giorni, in cui si afferma che non e’ più tollerabile che si continui con attacchi che stanno generando l’orientamento
a non investire più nel nostro territorio da parte della raffineria e se possibile abbandonarlo, e’ bene chiarire onde evitare facili strumentalizzazioni.
Nessuno puo’ aver interesse a creare ostilita’ con l’ENI a Gela. Nessuno, oggi piu’ che mai si augura che la raffineria di Gela chiuda. Non possiamo pero’ nascondere che l’attivita’ dello stabilimento, cosi’ come avviene e’ incompatibile con la citta’ e con i lavoratori.
Bisogna ridefinire una nuova strategia sinergica, intanto per non far morire le poche aziende e cooperative locali. Perche’ ritardano gli investimenti annunciati? Sono fondamentali per il mantenimento dei posti di lavoro, della sicurezza e dell’intero sviluppo economico della provincia. A proposito di sicurezza, indagini della Procura di Gela hanno rilevato vari reati: aver consentito lo stoccaggio di rifiuti speciali e amianto. E’ stata inoltre rilevata la presenza di teloni di copertura vistosamente bucati. La direzione della raffineria nonostante tutto cio’ continua ad assumere atteggiamenti lontani da ogni logica di integrazione col territorio, trincerandosi in un arrogante rifiuto di confronto dialettico con il consiglio comunale, mentre continua a lacerare il corpo sociale ed ambientale della citta’.
E con la diga foranea come e’ andata a finire? I cittadini gelesi sono stanchi di promesse non mantenute anche sul piano di bonifiche e sulle aree dismesse.
Ci chiediamo cosa aspetta il sindaco a intervenire direttamente informando i vertici nazionali dell’Eni dell’atteggiamento della direzione locale?
Non e’ un mistero che non tutti nel suo partito, come riportato dalle cronache locali gradiscono la linea che sta mantenendo nei confronti dello stabilimento petrolchimico.
L’impegno deve essere per una grande ripresa del lavoro e per la salvaguardia dell’ambiente, oltre che della dignità della persona.
L’auspicio è che anche le categorie sindacali sentino e trovino le ragioni per essere coinvolti in questa battaglia di civiltà”.