Gela. “Non è stata una riunione convocata per parlare di azzeramento della giunta. Non è in programma”. Il vicesindaco Terenziano Di Stefano, che da un punto di vista politico è un perno “civico” dell’alleanza “arcobaleno” del sindaco Lucio Greco, nelle ultime settimane ha comunque spinto per avere un chiarimento con gli alleati (almeno fino a prova contraria). “La riunione convocata dal sindaco è stata opportuna – continua – ho partecipato, anche se in realtà sono stati convocati solo i segretari e i capigruppo consiliari di maggioranza. Non si è parlato di posti, ma di temi per il 2020. Di cose da fare”. Di Stefano è reduce da una dura polemica, tutta interna all’alleanza del sindaco. C’è stato uno scontro verbale, per la prima volta palese, tra lui e il gruppo dirigente del Pd. Al centro del contendere, il ricorso al Tar contro il definanziamento dei trentatré milioni di euro del Patto per il Sud. Il segretario democratico Peppe Di Cristina non ha gradito la mancata firma del vice di Greco sulla delibera che autorizza il ricorso al Tar contro il provvedimento della giunta Musumeci. Di Stefano ha chiuso la questione, parlando di “pubblicità” cercata da Di Cristina e dai suoi.
In questa fase, però, il Pd sembra potersi giocare le carte giuste con Greco. Lo scontro c’è stato, anche se una componente di “Una Buona Idea”, il movimento che fa riferimento allo stesso Di Stefano, ha un dialogo aperto con i dem locali. “Il vertice è servito per programmare – conclude – abbiamo fatto emergere, però, che è impensabile che gli attacchi arrivino dalla stessa maggioranza. Se ci sono questioni da affrontare, lo si faccia, ma senza che il giorno successivo si attacchino gli alleati. Atteggiamenti di questo tipo vanno evitati”.