"Valutazione Mancuso smentita dai fatti", Cafà: "Serve una mobilitazione generale contro i tagli"
Per l'esponente di "Sinistra italiana" bisogna puntare a una mobilitazione della città

Gela. Gli esponenti di centrosinistra, a livello locale, credono poco alle prospettive favorevoli indicate dal parlamentare Ars Michele Mancuso rispetto alla rete ospedaliera predisposta dal governo regionale. Il riferimento territoriale di “Sinistra italiana” Paolo Cafà si appella invece alla mobilitazione cittadina, in vista della riunione della commissione sanità dell'Ars, che dovrà rilasciare parere vincolante. “Siamo molto preoccupati per i toni quasi trionfalistici con i quali l'onorevole Mancuso saluta il piano di ristrutturazione ospedaliera dell'assessorato regionale nella provincia di Caltanissetta. Secondo Mancuso, dal piano si colgono importanti opportunità per il territorio il che è clamorosamente smentito dal taglio dei sedici posti letto nel nostro ospedale, penalizzando l'urologia, l'ortopedia e altri reparti. Le dichiarazioni dell'onorevole Mancuso fanno presagire che il clima unitario invocato, con cui condurre la nostra battaglia per una sanità a misura delle esigenze dei cittadini, non sarà facile da ottenere col rischio di rendere vana una battaglia sacrosanta nella nostra città. A questo punto occorre appellarsi, visto che una battaglia di civiltà come quella della sanità non ha colore politico, all'unità di tutte le forze politiche, sociali, associazionistiche, di categoria, per indurre la commissione sanità dell'Ars, convocata per il 22 luglio, a salvaguardare i posti letto del nostro nosocomio e in provincia, considerato che il parere da rilasciare è vincolante per l'Assemblea regionale. Occorre appellarsi alla mobilitazione generale il giorno della riunione della commissione, affinché la città non ne esca ulteriormente penalizzata. Il consiglio comunale voti un documento politico unitario, unanime e forte per respingere il piano sanitario regionale che penalizza la comunità e il territorio limitrofo, oltremodo già fortemente segnati da patologie correlate all'industria pesante”, sottolinea Cafà in una nota.