Utero in affitto, Fratelli d’Italia: “Sia reato universale”

 
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Gela. Bloccare il turismo procreattivo sviluppatosi per arginare una legge nazionale che prevede la reclusione fino a due anni e multe da 600 mila a un milione di euro. Oltre il confine dello stivale, sarebbe area franca. Fratelli d’Italia vuole opporsi a questo business che sfocerebbe anche in aspetti macabri con il commercio di bambini e del corpo femminile. Questa mattina, piazza Umberto I ha ospitato un gazebo allestito dal movimento politico della fiamma tricolore che fa capo a Giorgia Meloni, prima firmataria della proposta di legge per dire No alla surroga della maternità, relatrice l’onorevole Carolina Varchi, insieme alla forzista Mara Carfagna. L’obiettivo è punire chi “realizza, organizza o pubblicizza” l’affitto di un grembo oltre il territorio nazionale. La campagna “Rendere utero in affitto reato universale, è battaglia di civiltà” ha unito molti esponenti locali e provinciali di Fratelli d’Italia. In mancanza del consigliere Sandra Bennici era presente, invece, Sara Cavallo, in attesa di sedere tra gli scranni del consiglio comunale dopo il lungo braccio di ferro con Romina Morselli.

A spiegare le motivazioni di quella che chiamano “battaglia di civiltà” sono stati il coordinatore di Fratelli d’Italia, Salvatore Scuvera, e Salvatore Lo Muto, responsabile provinciale del Dipartimento famiglia del partito di Giorgia Meloni.  “La questione non è religiosa, come qualcuno vuole far credere, ma semplicemente umana – assicura Salvatore Scuvera – Ribadiamo in modo chiaro la nostra contrarietà allo sfruttamento e alla commercializzazione di fatto di donne e di bambini. Nella surrogazione di maternità – conclude il coordinatore di Fratelli d’Italia – le donne che prestano il proprio corpo non hanno alcun diritto sui bambini che pure portano in grembo e non sono neanche considerati i diritti dei bambini, costretti a separarsi dalla madre biologica subito dopo il parto. In questo sistema la donna è equiparata agli strumenti di produzione e la gravidanza e il parto rappresentano dei processi produttivi, a cui attribuire un valore d’uso e un valore di scambio”.

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