Gela. Si è già autoaccusato del furto, scagionando i presunti complici che erano con lui. Nonostante le sue dichiarazioni, due quarantenni sono stati condannati, in primo grado, ad un anno di detenzione. Avrebbero partecipato ad un furto, messo a segno in un cantiere edile di via Tevere. Il minorenne che ammise di aver agito da solo, adesso verrà sentito dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. I magistrati nisseni hanno accolto la richiesta avanzata dal legale di fiducia degli imputati, l’avvocato Salvo Macrì. Per la difesa è fondamentale capire se il giovane abbia agito in autonomia, senza dare indicazioni ai due imputati, che però si ritrovarono con la refurtiva nell’auto.
Già in primo grado, hanno respinto le accuse. Non avrebbero saputo del furto, messo a segno dall’allora minorenne. Le sue dichiarazioni potrebbero essere decisive.