Un'installazione che nasconde una storia poco risaputa, il Trasmettitore di Caltanissetta e il suo recente abbattimento

Trasmettitore di Caltanissetta: antenna RAI alta 286 m, da 1951 a 2012 un faro radio recentemente abbattuto

A cura di Redazione
21 agosto 2025 15:00
Un'installazione che nasconde una storia poco risaputa, il Trasmettitore di Caltanissetta e il suo recente abbattimento - Foto: OppidumNissenae/Wikipedia
Foto: OppidumNissenae/Wikipedia
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Sulla sommità del Colle Sant’Anna, a Caltanissetta, svettava imponente il Trasmettitore di Caltanissetta, noto anche come Antenna RAI: un traliccio alto 286 m, eretto tra il 1949 e il 1951 dalla CIFA e inaugurato ufficialmente il 18 novembre 1951 dal ministro Giuseppe Spataro. Un tempo volto radiofonico del Mediterraneo e dell’Africa, fu una testimonianza storica di archeologia industriale e di un’epoca ormai scomparsa delle trasmissioni via onde medie, corte e lunghe.

Il mastodonte tecnologico e le funzioni che lo resero grande

Il mastodontico traliccio, sul colle a 689 m s.l.m., divenne la struttura artificiale più alta d’Italia e fino al 1965 deteneva anche il primato europeo.. La sua antennona omnidirezionale trasmetteva:

  • in onde lunghe su 189 kHz con 25 kW (poi 10);
  • in onde medie, la Radio 1 su 567 kHz, anche con notiziario in arabo;
  • in onde corte (6060–9515 kHz), con antenne secondarie alte fino a 50 m.

Questo gli permise di coprire la Sicilia, il Mediterraneo e parte dell’Africa del Nord, diventando un ponte radiofonico e culturale tra coste e continenti.

Il declino, il salvataggio e… l'abbattimento

Dopo anni d’oro, tra 2003 e 2012 il trasmettitore fu disattivato: prima le ondate corte, poi le lunghe (9 agosto 2004) ed infine le medie. RAI Way lo lasciò in disuso, ma il Comune lo acquistò nel 2013, trasformandolo in bene di interesse culturale.

Il 23 luglio 2025 a causa di criticità strutturali:  La caduta viene provocata allentando due tiranti e facendo esplodere in modo controllato alcune cariche, così da far piegare il traliccio a metà su sé stesso prima che crolli definitivamente al suolo. 

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