Per vincere in Formula 1 non basta assicurarsi i migliori piloti. Oltre a una vettura performante, c’è bisogno da parte di ogni team di studi approfonditi sui circuiti su cui provare a “volare” durante tutta la stagione. Percorrere con intelligenza le curve più difficili, sapendo quando frenare, e accelerare sui rettilinei all’apparenza meno complicati è ciò che fa la differenza. Poi, è indispensabile fare attenzione alla larghezza della carreggiata, al tipo di asfalto e alla pendenza della pista. Tanti dettagli di cui parleremo in questo articolo, focalizzandoci in particolare sui circuiti italiani, quelli dell’Emilia-Romagna e di Monza, conosciuto più comunemente come GP d’Italia.
Il GP dell’Emilia-Romagna
Il GP dell’Emilia-Romagna si corre a Imola su una pista lunga 4,909 km, per 63 giri per un totale di 309 km. Caratterizzata dal senso di marcia antiorario, è composta da 19 curve, 10 a destra e 9 a sinistra, che non rendono la vita facile al pilota che vuole effettuare un sorpasso. Questo perché ha una conformazione piuttosto tortuosa, non è troppo larga e ha un rettilineo di arrivo piuttosto breve, di 358 metri. Il circuito dove perse la vita un mito come Ayrton Senna è una pista media per intensità delle frenate, che occupano il 13% del tempo complessivo. Le staccate più pesanti sono senza dubbio quelle vicino al Tamburello, alla Variante Alta e alla Rivazza, le curve in assoluto più impegnative. Nonostante tali difficoltà, qui Michael Schumacher vinse ben 7 volte e Valtteri Bottas su Mercedes nel 2020 fece registrare il tempo record di 1’13”609. Una piccola curiosità: il GP dell’Emilia-Romagna è il primo al mondo a utilizzare un asfalto green e sostenibile, realizzato con grafene e plastiche riciclate. Al di là del basso impatto ambientale, questa innovazione migliora il drenaggio dell’asfalto in caso di forti piogge.
Il GP d’Italia
Il GP d’Italia è il “tempio della velocità”, essendo un tracciato dove le monoposto, quando lanciate, arrivano a toccare i 320 km/h. Lungo 5,25 km, ha una sede stradale di 14 metri di larghezza circa ed è costituito da 15 curve, 6 a sinistra e 9 a destra, con il rettilineo più lungo che misura 1,14 km. Insomma, un percorso assolutamente nelle corde del campionissimo Verstappen, che stando alle principali scommesse F1 dei siti più accreditati anche in questa occasione non avrà alcun rivale. Questo perché, al di là della capacità di questo pilota di affrontare con sicurezza ogni tipo di circuito, ci sono i numeri che ci dicono che Verstappen è il favorito numero uno per la vittoria del mondiale. Tornando al GP d’Italia, qui i sorpassi, diversamente dal GP dell’Emilia-Romagna, sono possibili, per esempio nei pressi della curva Biassono, conosciuta più comunemente come Grande Curva, un tratto ad ampio raggio verso destra dove le vetture prendono facilmente velocità per poi staccare. Più difficile è realizzare un sorpasso sulla Lesmo 1 e 2, due curve gemelle distaccate 200 metri l’una dall’altra. Essendo piuttosto strette, soltanto i campioni riescono nell’impresa, com’è accaduto nel 1998 a Michael Schumacher quando sorpassò il rivale al titolo Mika Hakkinen. Questo circuito presenta anche delle “non curve”, come quella del Serraglio, che piegando leggermente a sinistra i piloti a bordo delle monoposto di solito non sentono nemmeno. In questo caso si può benissimo non staccare il piede dall’acceleratore.
La Formula 1, che non smette mai di regalarci interessanti novità, si corre su più piste per nulla semplici. Mai però come quelle di Spa-Francorchamps, che si snoda lungo 7 km complessi da percorrere a causa della curva in salita Eau Rouge-Raidillon, che mette in difficoltà qualunque pilota, e di Suzuka. Lungo 5807 metri, questo famoso circuito giapponese si caratterizza per 18 curve che rendono i sorpassi proibitivi, da affrontarsi ad oltre 200 km/h. La sua spettacolarità è data dalla lunga curva del Cucchiaio e soprattutto dalla storica 130R, curva brevilinea veloce e adrenalinica, che si trovano rispettivamente nel secondo e nel terzo settore. Qui nel 2005 Alonso riuscì nell’impresa di superare sull’esterno a 320 km/h un certo Michael Schumacher.