Una storia che nessuno ti ha mai raccontato | Il Castello di Pietrarossa e la sua origine dimenticata
Il Castello di Pietrarossa a Caltanissetta domina la valle del Salso, teatro di Parlamento medievale e misteri secolari. Scopri la curiosità!

La valle del Salso, sulle cui rive scorre il fiume omonimo, è da sempre stata una via strategica per chi controllava la Sicilia interna. Su uno sperone roccioso a picco, a Caltanissetta, sorgeva il Castello di Pietrarossa, noto anche come “Rocca delle Donne” – un nome evocativo derivato dall’arabo Qalʿat-an-nisāʾ, «castello delle donne». La sua posizione privilegiata non solo offriva un controllo visivo sulla valle, ma permise al castello di diventare centro decisionale e simbolo di potere durante il Medioevo.
Origini antiche e trasformazioni medievali
Le origini del castello di Pietrarossa sono avvolte nel mistero: studi archeologici suggeriscono una prima fortificazione bizantina tra l’VIII e il IX secolo, con ipotesi alternative che indicano strutture di origine sicana, greca, romana o saracena . Nel XI secolo, dopo il passaggio ai Normanni, divenne roccaforte militare, mentre sotto gli Aragonesi raggiunse il massimo del suo prestigio, ospitando tre Parlamenti Generali di Sicilia nel 1295, 1361 e 1378.
Nel 1407, passò alla potente famiglia Moncada, ma iniziò un lento declino: il castello perse valore residenziale e i sotterranei furono convertiti in prigioni. Un crollo nel 1567, probabilmente dovuto a una frana, causò il crollo di gran parte delle mura, riducendolo a un ammasso di ruderi. La successiva utilizzazione del castello come cava di pietra per costruzioni locali ne ha frammentato ulteriormente la struttura.
Caratteristiche architettoniche e misteri ancora visibili
Oggi restano solo due torri edificate in pietra rossa, parte delle mura e un antico ponte di collegamento
visitvalledeitempli.it. Studi recenti hanno individuato cisterni di raccolta dell’acqua piovana, con almeno uno riadattato come prigione fino al XV secolo . Si è inoltre ipotizzato l’esistenza di un tunnel sotterraneo, forse via di fuga, successivamente murato.
La vicina Chiesa di Santa Maria degli Angeli, costruita tra il XIII e XIV secolo, testimonia lo stretto legame funzionale tra la fortezza e la comunità religiosa locale. Il nome “Angeli” è probabilmente connesso all’anfiteatro roccioso su cui sorgeva il castello, chiamato “murra” – la “pietra rossa” – e al culto della Madonna nel quartiere medievale che qui ebbe inizio.
Curiosità: la leggenda del cadavere incorrotto e la corona di Adelasia
Tra le storie più affascinanti vicine al sito c'è il ritrovamento nel 1600 del cadavere di Adelasia, nipote del re Ruggero I, trovata con una corona di rame che ne confermava l'identità reale. Questa scoperta alimentò antiche leggende sulla continuità tra le dinastie normanne e la fortezza stessa, gettando un alone di mistero sulla vicenda.