Torino. Entrarono armati negli uffici di un’azienda di Novara, portando via circa
settantamila euro, soldi custoditi in due diverse cassette di sicurezza.
Condanne confermate. I giudici della Corte d’appello di Torino hanno confermato le condanne contro i tre componenti della banda. Ad incastrarli, sono state le immagini registrate dai sistemi interni degli uffici presi di mira. I pugliesi Giampiero Russo ed Emanuele Dell’Anna pensavano di aver fatto sparire anche l’hard disk del sistema di sicurezza, che invece è stato recuperato dai carabinieri. Dopo il colpo, partirono le indagini e per gli investigatori dietro a tutto c’era il quarantanovenne Angelo Caci, gelese da anni residente nel nord Italia. Sarebbe stato lui ad organizzare nei minimi dettagli la rapina, addirittura facendosi passare per vittima. Era in azienda quando i complici fecero irruzione e venne anche immobilizzato e legato.
Gli investigatori, però, hanno ricostruito i contatti tra tutti gli imputati, riuscendo a dimostrare che l’azione venne pianificata in ogni particolare. Caci, che aveva già ricevuto un prestito in denaro dal titolare dell’azienda, conosceva alla perfezione gli uffici e la sede aziendale. I due complici entrarono con il viso coperto e con parrucche in testa. Alla fine, i giudici d’appello, accogliendo la richiesta di concordato avanzata dai difensori, hanno condannato a due anni e dieci mesi di reclusione sia Caci che Dell’Anna. Due anni e sette mesi, invece, a Russo.
Pene ridotte rispetto a quelle di primo grado. La dimostrazione dei rapporti tra il gelese e i pugliesi, per gli investigatori sarebbe da ricondurre anche al tentato omicidio di Gianni Calignano, ferito a colpi d’arma da fuoco a Nardò, in Puglia. Per quei fatti, a processo sono finiti proprio Caci e Russo, insieme ad altri presunti complici. Nel giudizio d’appello a Torino, i tre imputati sono stati difesi dagli avvocati Stefano Pati, Tommaso Valente e David Dell’Atti.