Gela. In quel periodo, a Palazzo di Città, il sistema di rilevamento delle presenze dei dipendenti non avrebbe consentito di distinguere tra ore di lavoro ordinarie e quelle straordinarie. Il punto di riferimento rimanevano i fogli presenza. Un aspetto che è stato confermato dall’ex segretario generale del municipio Antonio Tumminello. E’ stato sentito nel corso del giudizio avviato nei confronti di sette dipendenti comunali e dell’ex direttore generale dell’ente, l’ingegnere Renato Mauro. Il funzionario, rispondendo alle domande delle parti, ha spiegato che i fatti che vengono addebitati agli imputati risalgono comunque ad un periodo precedente al suo arrivo in municipio. Sono accusati di truffa perché avrebbero ottenuto somme per ore di lavoro straordinario, in realtà mai effettuate. Ad autorizzare i pagamenti sarebbe stato Mauro, all’epoca referente della direzione generale. “La direzione generale – ha detto l’ex segretario – venne smantellata subito dopo il mio arrivo”. La denuncia sui presunti illeciti legati al calcolo delle ore di straordinario partì dall’associazione “Aria Nuova”, di Saverio Di Blasi. Per i legali di difesa, non ci sarebbero elementi fondati per contestare presunti reati nel rilevamento delle presenze, dato che in quel periodo non era attivo il sistema dei badge elettronici.
Una linea già sostenuta nel corso dell’udienza preliminare, anche se il gup ha comunque deciso il rinvio a giudizio per tutti gli imputati. Secondo le accuse dei pm della procura, i dipendenti, in totale, avrebbero ottenuto una somma non inferiore a ventiquattromila euro, comunque non dovuti. In aula, si tornerà a marzo. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Giuseppe Condorelli, Giuseppe Cascino e Claudio Cricchio.