Gela. Centinaia di fatture che sarebbero state rilasciate solo per frodare il fisco, coprendo operazioni che i pm della procura ritengono invece inesistenti. Dopo la chiusura delle indagini, è stato il sostituto procuratore Luigi Lo Valvo a chiedere il rinvio a giudizio per nove coinvolti, tutti titolari di società e aziende locali, attive in vari settori. La presunta cartiera sarebbe stata organizzata dall’ex responsabile di un’impresa individuale, impegnata nel settore degli impianti elettrici. Le fatture sarebbero poi finite ad imprenditori che gestiscono supermercati, ma anche società di servizi marittimi e aziende edili. Un sistema, ritengono pm e militari della guardia di finanza, che sarebbe andato avanti per diversi anni, almeno dal 2011 e fino al 2014. Le fatture emesse toccherebbero cifre fino a duecentomila euro. L’indagine sarebbe partita proprio dall’analisi dei dati contabili dell’impresa di sistemi elettrici. Gli inquirenti sono così arrivati a ricostruire i presunti collegamenti tra più imprenditori.
Dovranno presentarsi davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale il prossimo 6 marzo. L’avviso è stato notificato ai difensori degli imputati, si tratta degli avvocati Giacomo Ventura, Antonio Gagliano, Joseph Donegani, Emanuele Maniscalco, Angelo Cafà, Valentina Lo Porto, Maria Ferrara, Carmelo Peluso e Angelo Mangione.
Come mai in questo articolo non vengono scritti i dati anagrafici degli imputati a differenza di quanto accade quando di dipendenti della raffineria di Gela ?