Gela. Nell’abitazione di famiglia, i poliziotti del commissariato trovarono una pistola calibro 7,65, con matricola abrasa. Sia in primo che in secondo grado, è arrivata la condanna per il ventisettenne Graziano Romano. Tre anni di reclusione, dopo che i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno confermato il verdetto, già emesso da quelli del collegio penale del tribunale di Gela. La condanna, però, è stata impugnata dal difensore del giovane, l’avvocato Carmelo Brentino, che ha appena depositato ricorso in Cassazione. Saranno i giudici capitolini a pronunciarsi sulla vicenda. La difesa ha sempre sostenuto come non ci fossero prove certe per collegare Romano all’arma, peraltro trovata in un vano dell’immobile non a sua disposizione.
Il giovane è già stato condannato, in via definitiva, per il tentato omicidio di un coetaneo, raggiunto da diversi colpi di pistola, sparatigli mentre si trovava ai domiciliari, in un’abitazione del quartiere Sant’Ippolito. I poliziotti trovarono la pistola, durante alcuni controlli, effettuati proprio nell’abitazione di famiglia di Romano.