Gela. Una vasta documentazione presentata dai difensori di cinque indagati, tra ex vertici e tecnici di raffineria Eni, è stata depositata
nel corso dell’udienza preliminare che si celebra davanti al giudice Paolo Fiore.
La vasca 4. Proprio il magistrato ha detto sì alla nuova produzione nonostante i dubbi espressi dal pubblico ministero Lucia Lotti. I cinque indagati sono tutti accusati di deposito incontrollato di rifiuti speciali e pericolosi. L’inchiesta prese spunto dall’individuazione di una presunta maxi discarica d’amianto, da circa venticinque tonnellate, ricavata all’interno della vasca 4 dell’isola 32 della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. La presentazione di nuovi atti tecnici si accompagnerà alla necessità di una più approfondita analisi. Per questa ragione, il gup Fiore ha deciso di rinviare all’udienza del prossimo 27 gennaio.
Decine di operai costituiti parte civile. Nel procedimento, parti civili si sono costituiti decine di operai della fabbrica Eni, la gran parte dei quali aderenti alla sezione locale dell’Osservatorio nazionale amianto. Sono rappresentati dagli avvocati Lucio Greco, Davide Ancona e Ezio Bonanni. I lavoratori, per anni, si sarebbero trovati a contatto con le pericolose fibre d’amianto. Oltre agli operai, parti civili si sono costituite le associazioni Aria Nuova e Amici della Terra, rappresentate dai legali Joseph Donegani ed Antonino Ficarra. Già negli scorsi mesi, una perizia disposta dal giudice dell’udienza preliminare aveva consentito di effettuare ulteriori sopralluoghi nella zona, anche per questa ragione la procura ha sollevato dubbi sulla nuova documentazione tecnica presentata dai legali degli indagati.