Un segno indelebile nel cuore della città, Caltanissetta e il dramma che ha cambiato il corso degli eventi
Bombardamento di Caltanissetta (9–13 luglio 1943): 350 vittime, cattedrale danneggiata, chiese rase al suolo e rinascita post-bellica!
Quel 9 luglio 1943, Caltanissetta fu teatro di un massiccio bombardamento da parte dell’aviazione anglo-americana, nell’ambito dello sbarco in Sicilia. In soli tre attacchi tra il 9 e il 13 luglio, persero la vita circa 350 civili, inclusi oltre 100 bambini, con danni gravissimi al patrimonio storico. Un episodio cruciale che ha tracciato per sempre il volto della città.
Il dramma e l’impatto sulla città
Il bombardamento iniziò il 9 luglio alle 17:30, operato da 81 aerei divisi in tre formazioni, con l’obiettivo di colpire siti militari – falsamente ritenuti quartier generale tedesco – ma che causarono un massacro civile. La cifra ufficiale parla di 350 vittime solo in città e 750 in tutta la provincia, con la tragica perdita di 100 bambini.
I giorni successivi (11 e 13 luglio) colpirono ancora: la cattedrale subì un cedimento della navata centrale, la chiesa di San Sebastiano fu ridotta a un rudere, mentre la vecchia Santa Lucia, San Giovanni e il municipio vennero quasi completamente distrutti.
Nonostante i bombardamenti servissero a isolare le truppe dell’Asse, la 45ª divisione americana occupò Caltanissetta solo il 18 luglio, giorni dopo l’ultimo raid.
Ricostruzione, memoria e rinascita
Nel dopoguerra iniziò la ricostruzione: la cattedrale fu restaurata negli anni ’50, e la ricostruzione delle chiese demolite ridisegnò il volto urbano. Nel quartiere Santa Lucia fu edificata la nuova chiesa tra il 1948 e il 1950, progettata da Gaetano Averna, che inglobò il crocefisso bronzeo di Tripisciano miracolosamente sopravvissuto.
Il bombardamento divenne parte del patrimonio collettivo: la città conservò i segni nei muri, nelle architetture ristrutturate e nelle commemorazioni annuali, ricordando come quel sacrificio contribuì a spezzare l’egemonia del fascismo in Sicilia.
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