Un ponte che sfida il tempo, è uno dei monumenti più suggestivi del nisseno
Scopri il Ponte Romano sul Salso a Campofranco: ruderi antichi e una storia millenaria da brivido nel cuore della Sicilia.

Il ponte romano sul fiume Salso, situato a circa 2 km dal centro di Campofranco, è uno dei monumenti più suggestivi e meno conosciuti del nisseno. Di origini antichissime – probabilmente risalenti all’età romana – ha subito numerose ricostruzioni tra il XVII e il XX secolo, ma oggi rimangono solo le due arcate laterali e le spalle in pietra, che emergono solenni nel paesaggio della Riserva Naturale di Monte Conca. Questo ponte, collegato in epoca romana alla via tra Sutera e Milocca, racconta una storia di comunicazioni, guerre e cambiamenti territoriali.
Storia millenaria tra ruderi e ricostruzioni
Il primo ponte fu innalzato forse tra età romana e bizantina, a servizio di strade consolari o locali, come suggeriscono i ruderi di insediamenti vicini. Nel 1582 fu ricostruito su preesistenze medievali, utilizzando conci romani per le arcate laterali. Sul finire del XVII secolo venne riedificato dopo un’alluvione, ancora con materiali antichi, e continuò a servire i viandanti per secoli. Dopo ulteriori distruzioni da parte di eventi naturali, resistette fino al crollo definitivo del 1980, da cui emergono ancora oggi le robuste strutture laterali.
Oggi il ponte è immerso nella Riserva di Monte Conca, meta di escursionisti e appassionati di archeologia. Il fatto che permangano le spalle e una strada lastricata ne rende la visita un’esperienza emotiva e immersiva.
Un ponte, un territorio da raccontare
Il ponte collega simbolicamente storie di epoche diverse: da viabilità romana e bizantina, a percorsi mediovali, fino alle ricostruzioni modernissime. L’area circostante conserva tracce di fortificazioni bizantino‑arabe, caratteristiche geologiche carsiche e grotta risorgente, offrendo uno scenario naturalistico e culturale di grande valore.
Proprio in questo contesto, il ponte può diventare un simbolo di turismo sostenibile: nei 2024 si è persino tenuta una conferenza sulla sua valorizzazione, con l’obiettivo di rilanciare l’itinerario storico‑archeologico lungo la Magna Via Francigena e creare un punto di riferimento per pellegrini ed escursionisti.