Gela. E’ arrivata la prescrizione per il responsabile dei lavori, che comunque dovrà risarcire civilmente l’operaio ferito, così come gli altri due imputati, a loro volta sottoposti all’obbligo del risarcimento.
Il crollo nel cantiere. E’ questo il verdetto emesso dai giudici della Corte di Cassazione. I magistrati romani erano chiamati a valutare i ricorsi presentati dai difensori di tre tecnici, dopo un crollo in un cantiere privato costato profonde ferite ad un operaio. Nel giugno di un anno fa, i giudici della Corte di appello di Caltanissetta condannarono a quattro mesi di reclusione, con pena sospesa, proprio il responsabile dei lavori, il geometra Vincenzo L. Venne imposto l’obbligo del risarcimento dei danni, da definire in sede civile, sia al proprietario dell’immobile Maurizio I. sia al direttore dei lavori, l’ingegnere Luigi M. La procura generale ha chiesto la conferma del verdetto anche ai giudici romani, ai quali si sono rivolti i difensori dei tre imputati. Per gli avvocati Antonio Gagliano, Fabrizio Ferrara, Maurizio Cannizzo e Vittorio Giardino, il crollo sarebbe da addebitare solo all’operaio che effettuò i lavori. Si sarebbe dimostrato inesperto, senza essere titolare di una impresa specializzata in lavori di quel tipo. Dagli accertamenti sarebbe emerso che il crollo della pensilina fu provocato da un errore di valutazione nell’intervento edile. Una linea, invece, contestata dal legale dell’edile, l’avvocato Giovanni Cannizzaro. Il lavoratore rimasto ferito si è costituito parte civile in tutti i gradi del procedimento penale. Il legale ha sottolineato che, dopo quei fatti, l’operaio non è più riuscito a lavorare regolarmente. Gli è già stato riconosciuto anche il diritto ad ottenere una provvisionale. Dopo la decisione della Cassazione, non è da escludere che l’allora direttore dei lavori possa rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, come confermato dal legale Vittorio Giardino.
