Gela. “Il fatto non costituisce reato”. Con questa formula il giudice Martina Scuderoni ha assolto l’operaio forestale Rocco Li Perni. Era accusato di omicidio colposo per quanto accaduto a seguito dell’incidente stradale verificatosi nell’agosto di otto anni fa lungo un tratto della Sp12, a ridosso della Gela-Catania. Era alla guida della vettura sulla quale viaggiava l’altro operaio Salvatore Marino, morto per le conseguenze delle ferite riportate. I due lavoratori si dirigevano in direzione di Niscemi per prendere servizio. Secondo la ricostruzione iniziale fornita da Li Perni, l’incidente si sarebbe verificato per evitare un cane che sarebbe spuntato all’improvviso. Finendo contro un cordolo stradale, l’auto perse una ruota e divenne incontrollabile, al punto da ribaltarsi. Il pm Tiziana Di Pietro, nel corso della requisitoria, ha spiegato che la velocità della vettura non era sostenuta ma che una responsabilità di Li Perni ci sarebbe stata. La richiesta di condanna è stata ad un anno e quattro mesi di reclusione, con il riconoscimento delle attenuanti generiche. La difesa, sostenuta dal legale Vincenzo Vitello, ha sottolineato che quell’incidente fu la conseguenza “imprevedibile” di un accadimento impossibile da prevenire, ribadendo che Li Perni cercò di evitare l’impatto contro il cane che era spuntato sul tracciato stradale. Il perito che si occupò di ricostruire la dinamica dello schianto ha riferito che qualcosa di imprecisato indusse il conducente dell’auto ad una manovra repentina, confermando che non procedeva a velocità sostenuta.
Il giudice ha accolto la linea difensiva, escludendo una responsabilità dell’imputato. Le motivazioni verranno successivamente depositate. Le parti civili inizialmente costituite nel procedimento hanno rinunciato a seguito del risarcimento ottenuto.