Gela. L’investimento, in base alle carte presentate dai responsabili della Pv Freyr srl, si aggira intorno ai cinquanta milioni di euro ed è concentrato in contrada Badia Collegio, in aree agricole già acquisite. Un nuovo parco “eco-agro-fotovoltaico”, con una portata di produzione superiore a quella dell’ex “Ciliegino” di Agroverde, mai realizzato. L’iter sta andando avanti e a fine aprile il Comune ha rilasciato la conformità, ipotizzando anche la stipula di una convenzione, che possa assicurare ritorni compensativi al municipio. Una posizione che era stata sintetizzata dal vicesindaco Terenziano Di Stefano ma che eventualmente dovrà essere ripresa in seguito. La società, che ha sede legale nell’ennese, sta andando avanti per la realizzazione degli elettrodotti e dei sistemi di connessione alla rete nazionale. E’ stato pubblicato l’avviso per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio delle aree e “all’imposizione della servitù di elettrodotto”. La documentazione complessiva del progetto è già negli uffici dell’assessorato territorio e ambiente, anche per la valutazione della commissione tecnica specialistica. L’azienda punta ad un provvedimento autorizzativo unico, che possa dare il via alla realizzazione del parco eco-agro-fotovoltaico, che appunto si innesterebbe in aree agricole per la produzione di energia, con una capacità da 87,96 Mwp. La società, che ha sede legale a Valguarnera Caropepe, fa però riferimento ad un socio unico, con sede in Inghilterra, la “Sycamore capital Italy ltd”. Si tratta di un’iniziativa imprenditoriale che mette insieme la holding “Sycamore capital ltd” e la “Ambiens srl” (il cui amministratore è anche alla testa della Pv Freyr).
Nell’avviso, si precisa inoltre che “l’approvazione dell’intervento proposto comporterà la dichiarazione di urgenza, indifferibilità e pubblica utilità dell’impianto fotovoltaico e delle opere di connessione”. Alcuni proprietari delle aree nelle quali passerà il sistema di elettrodotti sono risultati irreperibili e l’avviso è servito proprio a dare rilevanza pubblica, anche per chi avesse interesse a presentare osservazioni. La società che ha proposto l’investimento è stata costituita nell’ottobre di due anni fa e ha dietro investitori che sembrano puntare forte sul progetto, avendo già a disposizione le aree, che ricadono sia in territorio di Gela che in quello del Comune di Butera. Molte zone rurali della città, da alcuni anni sono tra i target che i gruppi del settore si sono posti, ritenendole adatte alla produzione di energia da immettere sul mercato. Un connubio che però, secondo alcuni osservatori, potrebbe favorire un’eccessiva occupazione di aree agricole.