Un luogo che ha visto secoli di cambiamenti, Castello Grassuliato di Mazzarino e la sua incredibile storia
Nel cuore del territorio di Mazzarino sorge il Castello Grassuliato: un'imponente rocca normanna su pietra gessosa!

Un’altura gessosa a pochi chilometri da Mazzarino custodisce i ruderi del Castello Grassuliato, un’affascinante rocca normanna immersa in leggende e memoria storica. Questo castello remoto, edificato tra XI e XII secolo come presidio militare, mantiene un fascino intatto: è un mosaico di origine romana, pietra gessosa e narrazioni che mettono in luce un passato di feudalesimo, eredità araldica e misteri antichi.
Pur non essendo mai un castello regale, Grassuliato svolgeva una funzione strategica: dominava la valle sottostante, controllava i traffici tra Mazzarino e la piana di Gela, e venne donato a sacerdoti di Marte – da lì il nome “arx Saliatum” – prima di passare ai Branciforte, che lo mantennero fino al XV secolo. Oggi i suoi resti, tra antiche cisterne e mura cadenti, sono visitabili solo da escursionisti esperti, offrendo uno scenario spettacolare e selvaggio.
Architettura, materiali e paesaggio mozzafiato
Il Castello Grassuliato si erge su uno sperone gessoso, con pietre locali che mescolano gesso e calcare. Le mura sono frammentarie ma testimoniano una pianta complessa, con tre sezioni corrispondenti a nuclei rincalzanti.
Documentato già nel 1274 tra i “castella demaniali”, il sito è stato descritto da Tommaso Fazello nel 1550 come “in rovina”, data la perdita della comunità abitativa che ne costituiva il tessuto – forse spostata verso l’attuale Mazzarino.
Dal presidio arcaico ai Branciforte: potere e decadenza
Le origini di Grassuliato, attestano i toponimi “Garsiliato” o “arx Saliatum”, richiamano il culto di Marte e guerrieri antichi. Abitato da sacerdoti militari, venne trasformato in centuria feudale dai Normanni dopo il 1091.
Nel 1199 venne concesso a Bartolomeo da Amalfi e infine – nel XIV secolo – finì ai Branciforte, nobili di Mazzarino, che lo tennero fino al XV secolo prima di lasciarlo abbandonato.
Curiosità
Nel database del FAI – Fondo Ambiente Italiano, questo castello figura tra i “Luoghi del Cuore” d’Italia, a testimoniare il valore paesaggistico oltre che storico!