Gela. Pestato a sangue nel parcheggio antistante la discoteca Tanguera di contrada Femmina Morta.
L’aggressione fuori dal locale. Il giovane finito nel mirino del branco rimase in coma per circa venti giorni, fu più volte colpito anche alla testa, riportando notevoli conseguenze. Dopo le condanne, sia in primo che in secondo grado, il caso arriverà davanti ai giudici romani della Corte di Cassazione. Per quei fatti, risalenti al dicembre di nove anni fa, verdetti di condanna sono già stati pronunciati nei confronti di tre giovani. Tre anni e sei mesi di reclusione per Daniele Nicastro, tre anni e tre mesi ciascuno, invece, per Marcel Monachella e Rocco Agati. Per gli investigatori, avrebbero preso parte al pestaggio. Una ricostruzione sempre messa in dubbio dalle difese, rappresentate dagli avvocati Giovanni Cannizzaro, Angelo Cafà e Tiziana Giardina. Per i legali, come più volte ribadito sia in primo che in secondo grado, non sarebbero emersi elementi certi per collegare i tre imputati a quella violentissima aggressione. In base alla linea di difesa, inoltre, quella notte del dicembre di nove anni fa, fuori dal locale scoppiò una rissa che coinvolse decine di giovani, senza permettere un’effettiva identificazione. La vittima e i familiari si sono costituiti parte civile in tutti i gradi di giudizio. I giudici hanno riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni oltre al pagamento di una provvisionale. Il verdetto di condanna giunto dalla Corte di appello di Caltanissetta è stato impugnato e le difese, con i rispettivi ricorsi, si sono rivolti ai magistrati romani della Corte di Cassazione.