Un gioiello che sfida il tempo | I balconi barocchi di Caltanissetta raccontano un palazzo settecentesco poco conosciuto
Palazzo Tumminelli-Paternò a Caltanissetta: dimora settecentesca, eleganti balconi “alla spagnola” e un vincolo monumentale del 2018.

Nel cuore del quartiere Cozzarello di Caltanissetta, lungo via Mussomeli, si erge il raffinato Palazzo Tumminelli-Paternò, costruito nel XVIII secolo come residenza signorile e tuttora uno dei migliori esempi di architettura barocca nissena. Il palazzo presenta una facciata elegante e misurata, distribuita su due livelli: al piano nobile spiccano cinque balconi sporgenti in ferro battuto, forgiati secondo un modello curvilineo tipico del barocco tardo, spesso definito "alla spagnola". L’edificio fu proprietà della famiglia Dell’Aira prima di passare ai Tumminelli e, successivamente, per via ereditaria, ai Paternò, casato nobile siciliano.
Dalla residenza aristocratica al centro del quartiere
Il quartiere Cozzarello, tra i più antichi della città, ospita numerosi edifici storici, ma Palazzo Tumminelli-Paternò si distingue per la sua sobrietà nobiliare e la perfetta conservazione degli elementi architettonici originali. I balconi barocchi poggiano su mensole in pietra scolpita e le inferriate lavorate a mano si distinguono per eleganza e armonia. L’edificio si articola attorno a una corte interna e conserva ancora elementi strutturali dell’epoca, come travi lignee, infissi storici e pavimenti in pietra locale. L’intera struttura si inserisce nella topografia di una Caltanissetta settecentesca che stava vivendo un’espansione urbana diretta dalla nobiltà terriera.
Curiosità: un palazzo ancora vivo
Ancora oggi, Palazzo Tumminelli-Paternò conserva la sua funzione abitativa, mantenendo una continuità d’uso che ne ha favorito la conservazione. Il prospetto, benché sobrio, rivela una raffinata sensibilità barocca, ben visibile nei dettagli: le modanature in pietra, il portale centinato, le finiture artigianali sopravvissute all’usura del tempo. La sua posizione strategica lo rende parte di percorsi storici come quelli promossi da “Le Vie dei Tesori”, anche se, a differenza di altri palazzi coevi, resta meno noto al grande pubblico.