Un gioiello architettonico che sorprende: il Palazzo di Città di Gela e le origini poco note
Scopri il Palazzo di Città di Gela: capolavoro razionalista e le curiosità storiche poco note!

Un edificio che domina il lungomare di Gela, il Palazzo di Città, non è solo sede del Comune: è un simbolo di rinascita postbellica, architettura razionalista e... segreti sepolti sotto le fondamenta.
Storia, stile e sogni di modernità
Il Palazzo di Città di GELA, inaugurato nel 1951, fu progettato dall’architetto Salvatore Cardella su impulso dell’onorevole Salvatore Aldisio, che voleva segnare una svolta urbana per la città .
Realizzato in stile razionalista, l’edificio sostituì un convento francescano del XV secolo e diverse abitazioni nell’area attorno alla Porta Marina.
Cardella progettò un complesso lungo circa 150 metri, parallelo al mare, rivestito in pietra di Comiso lavorata a bocciarda, che riflette la luce donando un effetto luminosissimo.
Il cuore del Palazzo è la torre dell’orologio, alta quasi 30 metri, visibile da ogni angolo del centro cittadino, che rende l’edificio immediatamente riconoscibile.
Sotto le fondamenta: un santuario arcaico e aneddoti gelesi
Durante gli scavi emersero i resti di un santuario arcaico dedicato a Era (Giunone), segno che l’area era sacra già in epoca greca. Questa scoperta conferma come il Palazzo di Città s’innesti su ere antiche, sovrapponendo memoria moderna e sacralità millenaria.
Nei decenni successivi fu realizzata l’attuale Piazza San Francesco, eliminando un isolato tra via Cairoli, via San Francesco e via Navarra Bresmes, per aprire scenari visivi e accessibilità urbana. Il viale Mediterraneo e l’Orto Fontanelle, anch’essi costruiti dal progetto Cardella, sorsero per arginare le frane dalla scarpata verso il mare