Un gigante verde che ti sorprenderà: la Sughereta di Niscemi e la mitica "grande quercia"

Scopri la Sughereta di Niscemi: la più vasta foresta di querce da sughero in Sicilia, tra antichi misteri e meraviglie naturali.

A cura di Redazione
11 agosto 2025 11:00
Un gigante verde che ti sorprenderà: la Sughereta di Niscemi e la mitica "grande quercia" - Foto: Esculapio/Wikipedia
Foto: Esculapio/Wikipedia
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Nel cuore della provincia di Caltanissetta, a pochi chilometri da Gela, esiste un luogo che pare uscito da un racconto epico: la Sughereta di Niscemi, la più vasta foresta di querce da sughero rimasta in Sicilia. Un gigante verde, cantato da studiosi e naturalisti, che custodisce segreti millenari, leggende dimenticate e una biodiversità soprendente. Scopriamo insieme cosa rende questo bosco così straordinario.

Un relitto millenario dal fascino unico

La Sughereta si estende su ben 2 939 ettari, un tempo parte di una foresta che copriva gran parte della Sicilia centro-meridionale. È una delle più vaste riserve naturali orientate dell’isola, istituita nel 1997 proprio per proteggere questo patrimonio verde.

Nel sottobosco convivono oltre 600 specie botaniche, tra cui 30 varietà di orchidee, sorprendenti testimonianze di una biodiversità straordinaria. La quercia da sughero (Quercus suber) domina incontrastata, accompagnata da lecci, roverelle, mirto e corbezzolo, con esemplari che superano i 5 metri di circonferenza e i 15 metri di altezza.

La mitica “Grande Quercia”

Tra le meraviglie della Sughereta, spicca la leggendaria Grande Quercia, stimata oltre 400 anni e considerata la più grande quercia da sughero d’Europa. Un vero colosso verde, testimone silenzioso di epoche nobiliari, sfruttamenti delle risorse e, più recentemente, della trasformazione in riserva.

Questa secolare pianta è tanto imponente da ospitare studi botanici e naturalistici internazionali: un monumento vivente che sfida il tempo e le azioni umane .

Tra storia, tutela e paesaggio

La Sughereta non è solo un bosco, ma un monumento naturale intersecato da secoli di storia. Dal XVI secolo, passa ai Branciforti e viene sfruttata intensamente per legname, portando già nel 1718 la nobildonna Stefania Branciforti a introdurre vincoli di tutela.

Oggi, affidata all’Azienda Regionale Foreste Demaniali, è riconosciuta come Sito di Interesse Comunitario, custodendo una fauna variegata: conigli, volpi, poiane, barbagianni, lucertole e decine di specie di farfalle. È anche luogo di forest bathing, con sentieri pensati per esperienze sensoriali che rigenerano anima e corpo.

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