Morte Caterini, in appello assoluzione per il preposto di cantiere: niente statuizioni civili per le società

Le motivazioni verranno successivamente depositate dai giudici anconetani, che hanno disposto l'assoluzione, ribaltando la condanna di primo grado

04 dicembre 2025 21:42
Morte Caterini, in appello assoluzione per il preposto di cantiere: niente statuizioni civili per le società -
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Gela. La morte del giovane operaio Gianluca Caterini risale a sette anni fa, per le conseguenze di un incidente sul lavoro, verificatosi in un cantiere nelle Marche, a Castel di Lama, in provincia di Ascoli Piceno. Fatti, che davanti ai giudici della Corte di appello di Ancona, hanno portato all'assoluzione dell'allora preposto di cantiere Mario Barbaro, condannato invece in primo grado a due anni. La decisione dei giudici di appello ribalta la prima sentenza ed esclude le contestazioni in capo all'imputato e ai responsabili civili, ovvero le società che erano impegnate in quel sito, Sicilsaldo e Nuova Ghizzoni, alle quali il giudice di Ascoli Piceno aveva imposto il risarcimento dei danni e il pagamento delle spese. La pronuncia di appello fa venire meno invece gli oneri. La linea esposta dal legale dell'imputato e da quello delle società (rappresentate dall'avvocato Giusi Troni), ha fatto leva sulla piena osservanza delle misure di sicurezza nell'area di cantiere e sull'applicazione delle procedure previste. Secondo la difesa delle società, ci sarebbero state scelte degli operai “assolutamente eccezionali e imprevedibili”. Avrebbero infatti causato “un rischio eccentrico rispetto all’area di cantiere governata dal sistema di sicurezza e dalle misure e direttive impartite dai rappresentanti delle società e dai loro dirigenti e preposti”. "Le società sono dotate di un'organizzazione aziendale tale da garantire la salute e la sicurezza delle maestranze nei luoghi di lavoro", viene precisato. In fase di indagine, le posizioni dei legali rappresentanti, gli imprenditori Angelo Brunetti ed Emilio Brunetti, e delle loro aziende, erano state archiviate. Il gruista che quel giorno stava movimentando il pesante tubo che colpì Caterini patteggiò senza arrivare in dibattimento. La procura generale, in appello, ha concluso per la conferma della decisione di condana di primo grado. Stessa linea sostenuta dai legali di parte civile, nell'interesse della moglie e della figlia di Caterini rappresentate dagli avvocati Giuseppe Condorelli e Maria Scuderi. Le motivazioni verranno successivamente depositate dai giudici anconetani, che hanno disposto l'assoluzione.

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