Gela. Non ci sono elementi certi per collegarlo ad un furto messo a segno diversi anni fa a Manfria. Il giudice Miriam D’Amore ha pronunciato un verdetto di assoluzione nei confronti del quarantaduenne Gaetano Davide Alfieri. Per i pm della procura, invece, ci sarebbe stato lui dietro al colpo. All’identificazione di Alfieri si giunse attraverso i dati del mezzo da lavoro che venne utilizzato per raggiungere la zona. Fu segnalato da alcuni residenti. Come messo in luce dalla difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Salvo Macrì, in realtà quel mezzo non era intestato ad Alfieri nel periodo del furto. Il quarantaduenne ne avrebbe avuto la disponibilità solo dopo diverso tempo. Una ricostruzione che ha convinto il giudice D’Amore.
Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, il pm Pamela Cellura e la difesa hanno seguito ricostruzioni del tutto divergenti. La procura ha sostenuto la responsabilità dell’imputato, ritenendolo colpevole di quanto contestatogli. Il difensore invece ha fatto emergere diverse incongruenze nei racconti resi dai testimoni. Il giudice alla fine ha pronunciato un verdetto favorevole ad Alfieri.